Cookie Consent by Privacy Policies Generator website FilmMakerFest - RETROSPETTIVA RUTH BECKERMANN
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA DAL 1980
17 NOVEMBRE - 27 NOVEMBRE 2023
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RETROSPETTIVA RUTH BECKERMANN
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A FLEETING PASSAGE TO THE ORIENT

Il viaggio dell'imperatrice Elisabetta, il viaggio di Ruth, due ricerche, due modi di concedersi al lusso del tempo. Un doppio gioco che nel suo svolgersi porta con sé identità incerte, quelle di chi si sposta e quelle di chi si lascia involontariamente intercettare dal mezzo fotografico. Apparentemente, è tutto chiaro. Da un lato i volti ripresi dalla macchina, dall'altro le intenzioni di chi ferma la realtà in una o più immagini.

AMERICAN PASSAGES

Harlem, la notte della vittoria di Barack Obama è una grande festa, gli afroamericani vedono in quel passaggio epocale – il primo presidente nero alla Casa Bianca – la loro liberazione. Il viaggio in America di Ruth Beckermann comincia da qui per disegnare tappa dopo tappa, attraverso gli Stati del centro e del sud – New York, Pennsylvania, Virginia, Oklahoma, Arkansas, Georgia, Alabama, Mississippi, Tennessee, Arizona, Nevada – una cartografia di «Stelle e Strisce» multiforme, popolata da figure inedite che racchiudono in sé la narrazione del Paese.

ARENA SQUATTED

Vienna, luglio 1976: centinaia di persone occupano il vecchio mattatoio cittadino destinato a essere abbattuto per diventare il centro di un'industria tessile, la Schops. La città giorno dopo giorno sembra simpatizzare con gli occupanti e col loro progetto che punta alla realizzazione di un centro culturale aperto a tutti. Beckermann segue con gli altri del Video Group per dodici settimane l'organizzazione di questo spazio pubblico con una gestione collettiva in cui ognuno ha diritto di decidere.
 

EAST OF WAR

La memoria e l'oblio, la storia e le revisioni personali, la vergogna e la commozione, l'ammissione di una responsabilità collettiva e il proclamarsi innocenti celandosi dietro le colpe degli altri. A parlare sono uomini, soprattutto, che intervengono dopo aver visitato una mostra, “Vernichtungskrieg. Verbrechen der Wehrmacht 1941 bis 1944”. Ruth Beckermann, in cinque settimane, ha intervistato duecento persone per quarantasei ore di materiale. E compie delle scelte precise. Inquadra solo chi parla, lo ascolta, talvolta lo incalza con la richiesta di una precisazione, spesso sono gli altri visitatori a intervenire, a smentire, a confermare, a indignarsi, a lamentarsi. Tutti sono coinvolti nell'ascolto.

HOMEMAD(E)

«Ci sono molte cose nella mia strada, sarebbe impossibile descrivere tutto. Ma quello che mi interessa sono le persone, il modo in cui discutono, come gesticolano, come passeggiano ...». Marc Aurel Strasse, dove la regista abita. Seguendo ancora una volta le storie personali dei frequentatori del Caffè Salzgries, Beckermann si muove in una storia collettiva. Anche in questo lavoro la ricerca dell'identità ebraica non è mai per Beckermann una semplice commemorazione, e si apre invece verso altre direzioni; porta in sé l'eco di una cultura mitteleuropea, della diaspora, guarda al presente. Parla di integrazione, illumina le ipocrisie della società austriaca.

JACKSON/MARKER 4AM

Jacskon, Mississippi, un giovane afroamericano danza in strada, un movimento ininterrotto nel quale sembra lasciarsi trasportare più che dalla musica da un ritmo interiore. Intorno scivolano le automobili, lui in bocca stringe una banconota, la passa sul volto, ci gioca quasi in trance; nelle luci della notte il suo abito rosso luccica di strass.
 

MOZART ENIGMA

Una cartomante legge le carte, un'altra donna l'ascolta e ogni tanto risponde alle sue domande. Si parla di un uomo il cui successo è stato minato dagli intrighi di altri. «Mozart Enigma è un commento ironico su una pseudo biografia documentaria». Il film fa parte di un progetto collettivo ideato dal Wiener Mozartjahr 2006 che ha invitato ventotto registi austriaci - tra i quali Mara Mattuschka, Ulrich Seidl, Jessica Hausner, Peter Tscherkassky, Michael Glawogger – a realizzare dei cortometraggi sul compositore senza alcun limite di formato se non quello della durata di un minuto.

MUTZENBACHER

L'uscita nel 1906 di Josephine Mutzenbacher ebbe l'effetto di una deflagrazione. Il memoir di una prositututa viennese raccontava di una bambina consapevole sin da piccolissima del proprio desiderio sessuale e di quello dei maschi che la circondavano e che lei cerca di provocare costantemente. Ruth Beckermann, anche lei lettrice “clandestina” del libro scovato tra gli scaffali dei genitori, per la sua messinscena sceglie un dispositivo che ne rispetta le origini: saranno solo uomini a leggere il testo alla prima persona di una donna proiezione però di un autore maschile (Felix Salten), in una triangolazione in cui la sola presenza femminile è quella della regista.

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PAPER BRIDGE

Cosa accade quando le storie della propria vita diventano “la” Storia? A partire da questa domanda che è alla base di ogni suo film, Ruth Beckermann inizia il suo viaggio nella memoria della famiglia in.cui si incontrano la diaspora, l'Europa orientale, Israele. Una geografia emozionale e fisica che da Vienna la porta in Romania, in Jugoslavia, nella Repubblica Ceca sulle tracce delle comunità ebraiche, della loro presenza dopo la guerra e prima, ai tempi dell'Impero Austro-Ungarico. Fino, appunto, in Israele che la madre considera la sua “casa”.

RETURN TO VIENNA

Il paesaggio dal finestrino del treno scorre veloce, destinazione Vienna. Le immagini d'archivio ci portano indietro nel tempo a Matzo Island come si chiamava il quartiere ebraico della città dove vivevano dopo la Grande Guerra migliaia di famiglie ebree; tra loro c'era anche quella di Franz West, arrivato lì nel 1924, ancora adolescente, dal Magdeburgo scoprendo all'improvviso una grande comunità dopo il sentimento di esclusione e di sospetto nel quale era cresciuto in quanto ebreo. È la sua voce che ascoltiamo per tutto il film nella narrazione di una vita che contiene in sé la storia del Novecento, e quella dell'Austria tra le due guerre.
 

SUDDENLY, A STRIKE

Ruth Beckermann e Josef Aichholzer sono in una sala con alcuni operai della Semperit, una fabbrica che produce pneumatici. Una presenza eccentrica quella dei filmmaker, in un periodo culturale nel quale i registi austriaci preferiscono girare documentari sulla natura anziché entrare in contatto con quei movimenti che provano a destabilizzare le rigide regole della società industriale. Beckermann e Aichholzer sono là, complici con la loro 16mm, tra i lavoratori che discutono e analizzano la situazione presente.

THE DREAMED ONES

Un'attrice e un attore si incontrano in uno studio di registrazione a Vienna per leggere le lettere di Ingeborg Bachmann e Paul Celan, una corrispondenza quella fra i due scrittori che attraversa il loro legame d'amore intermittente e insieme inesauribile, che li unirà dal primo incontro, quando sono poco più che ventenni, fino alla morte di Celan nel 1971 a Parigi. Nello spazio della parola letteraria – in cui gli interpreti non “pretendono” di essere Bachmann e Celan – l'autrice sperimenta la narrazione di un amore: gli intrecci possibili di un desiderio, la malinconia di una perdita, i tumulti e lo smarrimento, la possibilità di creare uno spazio di incontro in cui riconoscersi.

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THE STEEL HAMMER OUT THERE ON THE GRASS

Tre anni dopo Auf amol a Streik, Ruth Beckermann e Josef Aichholzer, in questa occasione con l'aggiunta in regia di Michael Stejskal, tornano a riprendere e ascoltare le rivendicazioni dei lavoratori. Le prime immagini coinvolgono diecimila persone che sfilano nella città di Judenburg per protestare contro la progressiva dismissione dell'acciaieria locale. Nuovamente Beckerman e Aichholzer trasformano il prodotto audiovisivo in una specie di spazio pubblico aperto all'intervento di una collettività pronta a condividere i propri ideali. Un lavoro apparentemente facile, con interviste e immagini che definiscono la scena dell'azione. In realtà, è un documentario che si rivela complesso e drammatico.

THOSE WHO GO THOSE WHO STAY

Those Who Go Those Who Stay è un viaggio, come tutti i suoi film, che la porta ancora una volta tra l'Europa e il Mediterraneo seguendo però più tracce, piste diverse che a volte si incontrano, altre si confondono in un più generale respiro nel quale echeggia la storia dell'umanità, il suo “essere in movimento” attraverso il pianeta per scelta, curiosità, amore della conoscenza o in molti casi per obbligo e per necessità. In questa trama così diversa, che intesse tante storie e mondi, ecco la madre della regista, che avevamo già conosciuto in Paper Bridge; la malattia e la vecchiaia le hanno fatto dimenticare quanto ha vissuto, il nazismo, la fuga in Israele. 

TOWARDS JERUSALEM

Viaggiare in Israele verso Gerusalemme, per Ruth Beckermann, non significa ignorare quello che i media mostrano quotidianamente, ieri (all'epoca del film) come oggi (quando alcune immagini sono drammaticamente le stesse del passato). La regista in questo road-movie, fermata dopo fermata, inverte i piani, cerca paesaggi, umanità, storie e tiene sullo sfondo la guerra. Rendendo, per questo, ancor più inquietante il conflitto.
 

THE WALDHEIM WALZ

Waldheims Walzer è un film che dal passato illumina il presente riflettendo sull'identità collettiva di un Paese che ha rimosso le proprie responsabilità nella storia del nazismo. Beckermann interroga al tempo stesso la storia e la politica internazionali proseguendo quel suo lavoro di ricerca nello spazio della memoria e tra le sue amnesie che non ha mai smesso di illuminare.

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ZORRO'S BAR MITZVA

Cosa significa diventare adulti? La domanda ricorre nelle giornate di Sharon, Thom, Moishy e Sophie, quattro ragazzini di dodici anni che stanno preparando rispettivamente i loro Bar Mitzva e Bat Mitzva. Ciascuno porta in sé culture e modi di porsi rispetto alla religione diversi con l'idea comune che l'entrata nel mondo adulto deve essere una grande festa. Beckermann esplora con umorismo la tradizione ebraica illuminandone le molte declinazione e memorie. E alla ritualità intreccia le fantasie dell'adolescenza che possono essere il vestito da Zorro, i bigodini in testa, il trucco con la mamma, scatenarsi nella danza.

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