Cookie Consent by Privacy Policies Generator website FilmMakerFest - THOSE WHO GO THOSE WHO STAY
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA DAL 1980
17 NOVEMBRE - 27 NOVEMBRE 2023
EN
RETROSPETTIVA RUTH BECKERMANN
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THOSE WHO GO THOSE WHO STAY
domenica 27 novembre

SALA GREGORIANUM

ore 21.45



Austria 2013
HD, colore, 75'
V.O. Tedesco, Inglese, Ebraico, Italiano
 
REGIA
Ruth Beckermann
 
SCENEGGIATURA
Ruth Beckermann
 
FOTOGRAFIA
Johannes Hammel,
Peter Roehsler,
Ruth Beckermann
 
MONTAGGIO
Ruth Beckermann,
Dieter Pichler
 
MUSICA
Eleni Karaindrou
 
PRODUTTRICE
Ruth Beckermann
 
CONTATTI
sekretariat@ruthbeckermann.com
 
THOSE WHO GO THOSE WHO STAY
«Quando giro un film non mi piace l'idea di mettere tutto per iscritto, senza lasciare alcuna possibilità alle sorprese. Mi piace quel tipo di film che in cui puoi sentire qualcosa che respira, dove c'è spazio perché le cose inattese accadano. Ho provato a mettere in pratica tutto questo stavolta, e sono molto felice del risultato. Ho filmato senza sapere dove le diverse cose avrebbero trovato il loro posto nel film. E non ho filmato solo cose nuove, ma ne ho trovate altre che avevo girato in passato. Mi capitava di svegliarmi con la sensazione che appartenessero a questo film e così iniziavo a cercare nel mio archivio che non è molto organizzato. Da una parte questo approccio mi faceva un po' paura perché non era chiaro che film poteva uscire fuori, dall'altra però era molto eccitante...» (Ruth Beckermann). Those Who Go Those Who Stay riflette in modo perfettamente compiuto le intenzioni della sua autrice. È un viaggio, come tutti i suoi film, che la porta ancora una volta tra l'Europa e il Mediterraneo seguendo però più tracce, piste diverse che a volte si incontrano, altre si confondono in un più generale respiro nel quale echeggia la storia dell'umanità, il suo “essere in movimento” attraverso il pianeta per scelta, curiosità, amore della conoscenza o in molti casi per obbligo e per necessità. In questa trama così diversa, che intesse tante storie e mondi, ecco la madre della regista, che avevamo già conosciuto in Paper Bridge; la malattia e la vecchiaia le hanno fatto dimenticare quanto ha vissuto, il nazismo, la fuga in Israele. La figlia la incalza con le domande, le chiede se ricorda di Brindisi dove si era imbarcata, la donna ritrova il dettaglio di una figura, un ragazzino, e poi risponde che no, non si può ricordare tutto. E se fossero invece le immagini a resistere all'oblio, a imprimere questa memoria che non può essere perduta?
Sul vetro di un camion dei pompieri scivolano le gocce di pioggia. Un gatto con la sua innumerevole prole. Altri incontri, altre storie. Un musicista in Galilea discute delle tante tonalità di musica, è come se ogni paese avesse il suo suono. E della cultura araba che se non ci fosse stata non ci sarebbe neppure quella europea. I neofascisti a Vienna invocano ordine e sicurezza. Davanti a un centro di accoglienza in Sicilia si discute per la distribuzione dei pacchi. I ragazzi africani lì intorno dicono di amare l'Italia, uno sogna di essere calciatore. A Alessandria d'Egitto tre donne velate attraversano una strada piena di traffico dopo molti tentativi. Frammenti di mondo, frammenti del nostro tempo che la regista snocciola sussurrando, senza commenti né dogmi restituendone con forza l'essenza profonda. (Cristina Piccino)
 
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