Una città del Madagscar nata intorno ad un giacimento di zaffiri. A comprare e vendere persone di ogni nazionalità, mentre a scavare arrivano prospectors da tutta l'Africa subsahariana.
Una stanza in penombra che emerge dall'oscurità, un letto nudo, un corpo alle prese con il tempo che non passa. Un diario di eventi minimi che compone un racconto in soggettiva della solitudine.
Una formula pronunciata in silenzio, per propiziare la salute di alcuni animali. È il rito magico che dà il titolo al film realizzato con la supervisione di Michelangelo Frammartino.
Due figli che non si parlano più commentano a distanza le immagini che il padre ha girato lungo 50 anni. L'archivio di un'esistenza che il film fa rinascere sullo schermo.
97 candeline spente nel pieno del lockdown, in un ospizio, senza più memoria. Nelle mani della nonna della regista c’è il racconto della storia delle donne della sua famiglia.
Una voce narrante elenca una serie di complessi psicanalitici, mentre le immagini indagano la vita intima di una delle più interessanti giovani registe del panorama sperimentale italiano.
Roma, Campo de' Fiori, la terrazza di Piazza di Spagna, durante i giorni del lockdown nella primavera del 2020. La sola figura in movimento è quella di un rider che con un enorme zaino rosso sulle spalle attraversa le strade deserte. Da una parte il regista si affida alla webcam online, dall'altra trova nel rider la sua guida.
Le immagini di una comunità montanara degli anni ’60 girate da Mario Lorenzini, cinematore. Un’esplorazione sul mistero di un uomo nascosto dietro il mondo da lui catturato sulla pellicola.
Insieme al fratello Talaat, Hadi vive a Friburgo: rifugiati siriani, in attesa che i loro genitori possano raggiungerli, cercando di inserirsi nella società tedesca.
Ramiro, giovane musicista al debutto, è sopraffatto dalla macchina produttiva che lo seduce, ma che lo agita e lo spaventa, perché omologa e svende.
Il racconto di una ragazza sotto protezione testimoni, che cerca di emanciparsi da una soffocante eredità mafiosa. Il volto rimane fuori dall’inquadratura, in campo le parole della sua lotta.
A Pavia, nel piazzale dove arriva il luna park, vive una famiglia sinti orgogliosa delle proprie origini: i Casagrande, assieme ai figli tra fuitine amorose e studi per andare all’Università.
Quattro studenti di cinema si ritrovano bloccati nel loro percorso, e cercano di mettere in scena ciò che sta accadendo all'interno delle case che diventano i “set” del film.
Uno sguardo che, da un balcone di Palermo, durante il lockdown, si rivolge verso una comunità relegata fra le mura domestiche.
Una piccola viaggiatrice siede sulla riva di un fiume e legge il racconto della fine del mondo. Tra rovine e meraviglie riaffiora l’incanto della visione.