Nel silenzio della campagna si sentono quasi solo il belare delle pecore e il canto degli uccelli in lontananza, un uomo, Antonio, lavora nei vigneti, e rivolge alle piante gli stessi gesti delicati e solenni che dedica a un bambino e agli animali malati. Una formula rituale viene pronunciata senza fare rumore, anch'essa in silenzio, per propiziare la salute: è la medicina dell'occhio, il rito magico che dà il titolo al film di Silvia Perra – Il rito, appunto – ambientato in un piccolo paese non precisato della Sardegna. Nelle greggi di due pastori alcuni capi si sono ammalati, non riescono a muoversi e respirano a fatica; Antonio viene chiamato per fare la sua “benedizione”.
“Che Dio voglia” è la risposta alle sue parole che invocano la salute. Le ha apprese da un'anziana signora del paese, è un dono che si tramanda per vie misteriose e lo porta a soccorrere tutti quelli che chiedono il suo aiuto. Ma il “rito” è anche quello silenzioso della vita, la cura degli animali e delle piante, i percorsi già tracciati dentro il paese e fra i campi, il perpetuarsi di un mondo che esiste dietro l'apparenza visibile delle cose.
Silvia Perra (Cagliari, 1988) è laureata in Comunicazione all'Università di Cagliari e si è poi diplomata in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel 2015 realizza il cortometraggio Il bambino. Il suo saggio di diploma La finestra (2016) – sullo spopolamento dei paesi dell'interno della Sardegna - partecipa al Torino Film Festival nella sezione Festa mobile. Lo stesso anno gira Sulla rotta verde, documentario che affronta il tema della sostenibilità ambientale attraverso la storia di Matthias, che fa il giro della Sardegna a bordo del suo veliero ecosostenibile.
Come sceneggiatrice ha vinto l'Arte Kino International Prize al MIA market di Roma per il miglior progetto internazionale in sviluppo con Domina Maris. È stata artista in residenza al Moulin d’Andé in Francia.