“Vorrei essere una cosa infallibile” - dice la voce fuori campo della protagonista del film. Di lei, non vedremo mai il volto né conosceremo il nome che ha dovuto cambiare come la città, il luogo di nascita, le case, una dopo l'altra negli anni. Le immagini rimandano un interno elegante di divani, rosa, i pupazzetti dei manga di quando era piccolina, la luce tra i rami dei fiori, dettagli del corpo: i capelli, una mano, un frammento di pelle. Nipote di testimoni di giustizia, sotto protezione a sua volta, non riesce a provare rabbia verso il nonno di cui ha scoperto la “vera” vita quando bambina lo ha visto in manette sulla prima pagina dei giornali. E nemmeno per la nonna, sua “alleata”. Ce l'ha piuttosto col padre, anche se con amore. Il passato però è sempre lì, tra gli oggetti, nel cuore: come lasciarlo indietro? Nello spazio di questo scarto, che è la possibilità di un'altra vita, anche solo immaginata, la regista si mette accanto al personaggio, e le parole dolorose della giovane donna si fanno controcampo intimo interrogando le sue immagini.
Camilla Salvatore (Torre del Greco, 1993) Dopo la laurea in Arti Visive presso NABA, ha frequentato nel 2019 il master Artists’Film and Moving Image presso Goldsmiths, University of London. Nel 2016 realizza all'interno dell'Atelier del Cinema del Reale di FILMAP, (Ponticelli, Napoli), il cortometraggio Un Inferno, presentato al Torino Film Festival e nella sezione Premièrs Pas al festival di Nyon Visions du Réel. 20 Settembre (2018) è stato presentato nel concorso Prospettive di Filmmaker, dove ha vinto la menzione speciale. Permanent Exile è stato sviluppato durante la seconda fase del progetto “Atelier del Cinema del Reale” di FILMAP e nel laboratorio Milano Film Network- MFN “In Progress”, dove ha vinto il primo premio.