Adamo ed Eva (due ipotesi che affiorano tra i suoni misteriosi e “inintelligibili”della lingua berbera) hanno ancora una possibilità. L'ultima occasione per guarire e generare una nuova genìa di esseri umani più dignitosi. Nove piani sequenza in Super 8 colore in cui ai progenitori dell'umanità viene permesso di rifare tutto, daccapo.
Il nostro quotidiano è sotto sequestro: innumerevoli schermi di video-sorveglianza assorbono il reale rendendolo ininterrottamente iper-visibile. Ognuno è monitorato da un occhio meccanico che tutto inquadra, un’angosciosa rappresentazione senza fine.
Il deserto di Sonora è tra i più caldi del Nord America, si estende dal Messico agli Stati Uniti, e qui, ogni anno, migliaia di clandestini provano a salvarsi la vita varcando il confine settentrionale.
Lech Kowalski, regista americano di origini polacche, torna, dopo anni di assenza, a Utica, NY, città dove è cresciuto, un tempo punta di diamante del sogno americano, oggi economicamente e socialmente morta, dove la disoccupazione non molla la presa. Per raccontare il cataclisma, Kowalski ha bisogno delle storie di chi lo ha vissuto. Decide di comprarle: il “salario” proposto sarà due volte quello minimo stabilito dalla legge. Dal balcone di un appartamento dove ha installato un’insegna al neon che annuncia I Pay for Your Story, il regista filma le testimonianze di vita dei suoi concittadini.
Notti passate in piedi in place de la République a pensare, a non riposarsi, a discutere, a mettere e mettersi in discussione; il segno-sogno di un risveglio, la rottura con l'economia capitalista per riscrivere la Costituzione di una Repubblica che possa dirsi davvero sociale. Questo ha significato “Nuit Debout”, il movimento nato il 31 marzo 2016 a Parigi, a partire dalle proteste contro la proposta di riforma del lavoro avanzata dal Governo Hollande
La Frontière brule, film fiume che i due registi Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval, hanno realizzato nella “giungla” di Calais (così è stato definito, nel 2015, l'insieme degli accampamenti degli immigrati, vero e proprio territorio mutante, città-mondo, metropoli del futuro), che hanno filmato a lungo prima che cominciassero le espulsioni.
Girato quasi esclusivamente di notte, a Parigi e nella vicina banlieue (con una parentesi a New York), tra il 2015 e il 2016, Paris est une fête racconta i migranti invisibili che sopravvivono ai margini della scena, le manifestazioni del movimento “Nuit Debout”, gli attentati, lo stato d’emergenza...
La storia degli Stati Uniti è anche la storia del razzismo e della schiavitù, della violenza sistematica, continua e inesorabile, che è stata ed è, tutt'oggi, compiuta contro i neri. Purge This Land (letteralmente “purifica questa terra”) è un film saggio, che tocca nell'intimo la biografia della regista: la sua storia è un prisma che riflette il lato oscuro dell'animo dei bianchi d'America.
Jean-François, Ronald, Alexis, Cédric, Benoit e Maxim sono gladiatori dei tempi moderni: culturisti di alto livello, veterani del bodybuilding, allenatori e catcher, accomunati da capacità fisiche sovrumane, condividono un’ossessione per il corpo, meticolosamente affinato per superare se stessi
Da un moncone nasce una gamba artificiale. La carne si ritira, l'inorganico avanza. Ci troviamo di fronte a un mondo di corporalità mutanti, a una realtà dove diventa difficile decretare la differenza che corre tra biologico e meccanico, tra essere umano ed elemento automaticamente riproducibile.
Come fai a filmare la scena di un crimine in modo che possa semplicemente apparire come un luogo? Le registe Alex Gerbaulet e Mareike Bernien, con il progetto Tiefenschärfe (letteralmente “profondità di campo”), compiono un'indagine visiva di quei luoghi: contestualizzano le scene dei crimini in rapporto all'ambiente, mostrano come quegli spazi si sono modificati nel tempo.