Cookie Consent by Privacy Policies Generator website FilmMakerFest - FILMMAKER 2022: TUTTI I FILM E GLI EVENTI DEL FESTIVAL
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA DAL 1980
17 NOVEMBRE - 27 NOVEMBRE 2023
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FILMMAKER 2022: TUTTI I FILM E GLI EVENTI DEL FESTIVAL

 

Cinema documentario e di ricerca, cinema libero e indipendente, di sperimentazione, contaminazione e avanguardia: Filmmaker Festival torna a Milano, dal 18 al 28 novembre con un programma ricchissimo e ricco di appuntamenti: 78 titoli provenienti da 20 paesi di cui 25 prime mondiali, 13 internazionali. 

Fondamentale, come sempre, il contatto con registe e registi: due le grandi masterclass, con Béla Tarr e Ruth Beckermann, e tanti gli incontri in sala. Il programma, da oggi online, sarà articolato in Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori Concorso, Retrospettiva Ruth Beckermann, Filmmaker Moderns, Fuori Formato con un focus sul regista Mark Rappaport, Teatro Sconfinato e due nuovi programmi - Gradi di libertà e Immersive Realities - dedicati alla VR e all’immersività.

Evento speciale d’apertura: venerdì 18 alle 21.30 all’Arcobaleno, sarà l’anteprima italiana di The Natural History of Destruction di Sergei Loznitsa. La chiusura sarà invece affidata a Una giornata nell’archivio di Piero Bottoni di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e Il Posto di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese (domenica 27 novembre alle 21.30 al Cinema Arcobaleno).

 

  

 

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Il Concorso Internazionale

Cominciamo col conoscere più da vicino i titoli del Concorso Internazionale. Una selezione libera, che traccia un’immagine dei tempi, non solo dei nostri, che si concede di riflettere e di pensarsi al di fuori dei codici imposti e di azzardare accostamenti impensabili (e, proprio per questo motivo, genuinamente elettrizzanti)
 
Presentato nella sezione Special Screenings di Cannes, The Natural History of Destruction di Sergei Loznitsa è un lavoro sugli archivi della seconda guerra mondiale. Dopo un inizio bucolico della vita quotidiana in pace, iniziano i bombardamenti sulle città britanniche e tedesche: macerie, folle terrorizzate, rombo di aerei, discorsi di leader politici in un flusso di distruzione e smarrimento che risuona in maniera particolarmente potente e attuale.
A cavallo fra passato e presente c’è anche Balkanica di Marianna Schivardi, la riapertura di un archivio storico, umano ed emotivo, che segna il ritorno nella Sarajevo di oggi per sollecitare un confronto con i fantasmi di quel conflitto che l’ha insanguinata negli anni Novanta. 
Anche Paradiso, XXXI, 108, che marca fra l’altro il ritorno a Filmmaker di Kamal Aljafari, compie un lavoro superbo su materiali d’archivio dell’esercito israeliano con cui l’artista palestinese continua l’esplorazione dei temi fondanti della sua opera: la memoria, il trauma, l’insensatezza del conflitto.

In Fogo Fatuo presentato in anteprima alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes e acclamato in tutto il mondo, Joao Pedro Rodriguesnarra la passione infuocata e proibita di due giovanissimi ragazzi. Tra commedia e mélo queer, un'incursione nella storia politica e coloniale del Portogallo. 
Giochiamo poi con il tempo e le sue dilatazioni passando dai monumentali 265 minuti in bianco e nero di Nuit obscure – Feuillets sauvages di Sylvain George, epopea di migranti in quel non-luogo liminale che è l’enclave di Melilla, agli ipnotici 20 minuti di Hardly Working del collettivo austriaco Total Refusal, provocatorio pamphet anticapitalista realizzato all’interno di un videogioco.

Il territorio, lo spazio, il rapporto fra l’ambiente e l’umano sono invece al centro di due titoli che ci portano in viaggio fra Italia e Stati Uniti.
Il primo è Tara del duo italo-tedesco Volker Sattel e Francesca Bertin, intenso viaggio lungo le rive dell’omonimo fiume alla periferia di Taranto che si fa riflessione su un territorio in cui mito e mito del progresso convivono e collidono. Il secondo segna, fra le altre cose, il ritorno eccellente a Filmmaker del maestro strutturalista James Benning che con The United States of America ci conduce in un viaggio attraverso gli Stati Uniti pensato come una collezione di immagini statiche, una per stato, mosaico al contempo astratto e concretissimo dell’America di oggi. 

Torniamo invece in una dimensione più personale e intima con un atto d’amore sconfinato e un’ode alla vita che si schiudono nella meraviglia di On a eu la journée, bonsoir di Narimane Mani, omaggio al compagno scomparso, il pittore Michel Hass. 
Si impongono infine ancora riflessioni, mai così urgenti, sul peso della guerra con Europe di Philip Scheffner, potente film politico che parla di immigrazione e destini umani giocando sul confine fra visibile e invisibile, documentario e finzione.

Concorso Prospettive

Se l'esperienza della pandemia aveva caratterizzato con prepotenza i lavori degli ultimi due anni, oggi il panorama ha assunto forme più suggerite e astratte, come testimonia la frequente scelta degli interni domestici resi teatro per un confronto col mondo. È da qui che parte Giulia Olivieri in Ctrl+Z, di cui sono protagonisti alcuni giovani Hikikomori, le persone che hanno scelto chiudersi nelle proprie case delegando alla tecnologia ogni relazione. La regista prova a cercare le sue risposte allestendo il set del film tra le mura del suo appartamento per vivere la condizione dei suoi personaggi. 

La parola “casa” è stata scelta nel titolo da Rebecca Grigore, nel suo Acasa, dove gli archivi famigliari dei genitori immigrati in Italia si mescolano alle voci del presente. 

Un gioco di specchi di luoghi virtuali e reali è Ama Osa di Marija Stefa¯nija Linuža, la cui protagonista è una giovanissima artista e performer che guadagna facendo dirette su Onlyfans. L'elemento performativo negli spazi della propria abitazione accompagna Aura Ghezzi in Attraversando “Strada a senso unico” - Viaggio intorno alla casa della mia vita, un “vagabondaggio” tra gli oggetti e le tracce del quotidiano nelle proprie stanze seguendo il flusso delle parole. E se gli stati d'animo del presente si manifestano in una fusione col paesaggio, il bosco tropicale che abita i sogni dei tre protagonisti in Le Grand rêve di Irene Dorigotti, o la natura che circonda il personaggio in Racconto di Giulio Melani, è il corpo stesso a restituire una geografia reale o immaginaria del tempo. Elsa Sohlberg in Dog Bite Horse Kick indugia senza pudore alla ricerca di segni del vissuto, mentre Federica Zotti “gioca” con la percezione dello spettatore nel malizioso (e innocente) Ahe Geo

Controcampo della casa, la città ritorna in diversi lavori in forma di dispositivo col quale “inquadrare” il reale. È la Milano di Samir, protagonista del film di Elettra Gallone Incontrando Samir la sera, un senzatetto il cui sguardo restituisce una metropoli segreta. O quella nella vita del Condominio N°IMX172 colta da un unico punto di osservazione da Gaia Longobardi seguendo il ritmo di una giornata. È invece Palermo che Lettere da Borgonuovo di Matteo Di Fiore esplora a partire dal quartiere dove è cresciuto.  

Di fronte alla tecnologia che sembra avere annullato ogni distanza, il viaggio diviene la dimensione in cui mettere alla prova le proprie immagini. Con la distanza si confronta Alberto Diana nel suo Cartas urgente per la Colombia, quasi una corrispondenza coi suoi amici che in Colombia lottano per la democrazia. Andrea De Fusco in Shambala mette in scena il tentativo di montare un film con le immagini girate da un amico in viaggio in Tibet e, chiedendosi se l'altrove possa ancora sorprenderci, si produce in una acuta revisione critica dell'orientalismo novecentesco. 

Le storie personali che divengono guida per una narrazione collettiva animano Happy New Year, Jim di Andrea Gatopoulos, dove i gamer vivono un’eccentrica solitudine digitale, e Tatiana, ritratto di un’artista russa che vive a Milano, il cui vissuto e l'opera filmati da Emma Onesti restituiscono la storia del suo paese. 

Le parole del poeta Milo De Angelis, che ha attraversato per anni le vie di Milano su un filobus dalla sua casa alla Bovisasca fino al Carcere di Opera, dove insegnava, sono alla base del lavoro di quattro giovani autori della Scuola Civica di MilanoSamuele FassinaCosimo IannunzioGiulia Oglialoro e Hedda Paljak, per dare vita a L’oceano intorno a Milano, cartografia poetica dell'urbano.

 Tre i titoli Fuori Concorso: Piccolo sonno di Federico Frefel, dove un quartiere in quarantena viene risvegliato dai suoni inquieti delle frequenze radio captate da un radioamatore, La force di Alberto Baroni, una corrispondenza misteriosa di immagini e parole che si sfiorano e si accarezzano in un viaggio in oriente che pare solo immaginato, e Rumore di Luana Giardino dove la dimensione performativa ritorna in una forma mediata con i vincoli del 16mm che costringono creativamente un gesto artistico sullo sfondo di un incantevole scenario alpino.

Fuori Concorso & Teatro Sconfinato

Segnaliamo subito il ritorno di un autore molto caro al festival, Frederick Wiseman, che arriva a Milano con Un Couple presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L'amore e la disperazione di coppia raccontati fuoricampo attraverso le lettere di Sophia Tolstoj a suo marito, Leon, da uno dei più grandi cineasti del secolo.
Tra le proposte Fuori Concorso ci sono poi, When there no more music to write, and other roman stories di Éric Baudelaire, la Roma anni Settanta del rapimento di Aldo Moro, gli archivi del cinema militante e femminista di Annabella Miscuglio, la narrazione diAlvin Curran, protagonista della scena musicale contemporanea, che lì cambia e reinventa i paradigmi della musica. 
Ci racconta invece una corrispondenza “virtuale” À vendredi, Robinson dell’artista, regista e produttrice iraniana Mitra Faharani: per otto mesi, ogni venerdì prima di mezzanotte, Jean-Luc Godard e Ebrahim Golestan si scrivono delle email in un fitto scambio di pensieri su arte, filosofia, scrittura, narrazione. E ancora. 
L’irriducibile di Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa e Il posto - A Steady Job di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese. La prima coppia di registi ci racconta la storia di Vincenzo Vinciguerra, ergastolano, colui che nel 1979 si costituì prendendo su di sé la responsabilità dell’attentato di Peteano, quando nell’esplosione di un’autobomba morirono tre carabinieri e il goriziano si trasformò nell’ennesimo teatro dello stragismo degli Anni di Piombo. Colombo e Matarrese portano invece un road movie dedicato ai pendolari dei concorsi pubblici, che con ostinazione rincorrono l’idea di un lavoro stabile, di un punto di partenza dal quale poter programmare una nuova vita con qualche sicurezza in più. Sono vite su ruota, incertezza e speranza, in bilico fra viaggi notturni e sedi d’esame fantascientifiche, in cerca di qualcosa che per un’antonomasia tutta italiana si può trovare sempre e solo altrove.

Nella sezione Teatro Sconfinato presenteremo invece Siamo qui per provare di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri. Un gioco di specchi dove il cinema si fa teatro e il teatro si fa cinema, un rimando di percorsi personali e artistici in cui realtà e finzione si mescolano e intrecciano fra loro senza soluzione di continuità. De Lazzaris e Quadri seguono il duo artistico De Florian- Tagliarini.

Filmmaker Moderns

Tre i “moderns” a cui Filmmaker dedica quest'anno la sua attenzione. 

Maestro riconosciuto del cinema moderno Béla Tarrsarà a Milano con una masterclass e la proiezione di uno dei suoi film più belli, Le armonie di Werckmeister (2000). Nella masterclass – giovedì 24 novembre, alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti (Viale Fulvio Testi, 121) dalle 14.30 alle 16.30, ingresso aperto al pubblico. La sera Bela Tarr sarà in sala a introdurre Le armonie di Werckmeister, tratto da Melancolia della resistenza di László Krasznahorkai: un villaggio nella piana ungherese, l'apocalisse e un circo con una balena.

Tra i registi dell'Onda nera, il censuratissimo movimento che rivoluzionò il cinema della ex-Jugoslavia negli anni Sessanta e Settanta, vincitore dell'Orso d'oro a Berlino nel 1969 con Opere giovaniliZelemir Zilnik presenterà Marble Ass (1995), premiato con un Teddy Award alla Berlinale. La storia di Marlyn, una persona trans “che cerca di portare la pace giocando con molti ragazzi serbi”. Girato durante la guerra dei Balcani, ne racconta le assurdità celebrando le vite della comunità Lgbtq+ nella ex-Jugoslavia. Un ritorno speciale a Milano quello del regista di Novi Sad dove era intervenuto nel 1998 a una rassegna dedicata al Sessantotto del cinema e poi a Filmmaker con Kenedi Goes Back Home. L'incontro con Zilnik sarà introdotto da Jurj Medem, curatore del Filmmuseum di Vienna. 

Infine, una nuova esplorazione dell'universo di Francesco Ballo, regista, critico e studioso di Buster Keaton, con cinque nuovi Esperimenti, brevi variazioni su Milano, i suoi edifici e il cinema che li trasforma.

 

Gli omaggi: Retrospettiva Ruth Beckermann e Fuori Formato

 

Due gli omaggi in programma: la Retrospettiva Ruth Beckermann (realizzata con il sostegno del Forum Austriaco di Cultura) e il focus di Fuori Formato dal titolo Mark Rappaport, Il cinema tra parentesi (in collaborazione con i festival Sicilia Queer di Palermo e I Mille Occhi di Trieste). 

Viaggiatrice tra la Mitteleuropa, l'Oriente, l'America, sguardo colto che fa vivere nel cinema il pensiero e l'esperienza letteraria con leggerezza e ironia, Beckermann ha vinto la Berlinale Encounters 2022 con Mutzenbacher, un’ironica incursione nel maschile tra i fantasmi della sessualità e del desiderio che sarà presentato a Filmmaker in anteprima italiana. I titoli della Retrospettiva sono in totale 17, dagli esordi della regista negli Anni 70 ai successi internazionali degli ultimi anni. Per approfondire >> QUI

Regista underground americano, autore di sorprendenti quanto sottovalutate narrazioni sperimentali tra gli anni Settanta e Ottanta, Mark Rappaport è anche critico, narratore cinefilo e pioniere di quel che oggi si definisce video-saggio. Le sue “false autobiografie”, realizzate a partire dagli anni Novanta, investigano la storia del cinema classico scompaginandone i canoni e raccontano le vite di icone complesse come Rock Hudson e Jean Seberg o le misconosciute incarnazioni di figure di secondo piano come Marcel Dalio e Turhan Bey. Per approfondire >> QUI

Immersive Realities & Gradi di Libertà

Novità dell’edizione 2022 di Filmmaker è un doppio programma dedicato alla realtà virtuale e immersiva, realizzato insieme a AN-ICON, gruppo di ricerca incentrato sui media XR dell’Università degli Studi di Milano, con la collaborazione di Meet, RAI e Veneto Film Commission. 

Gradi di libertà. Un premio, per il valore di 2000 € con l'offerta di un seminario universitario, alla migliore opera di realtà virtuale italiana degli ultimi anni. Il Premio intende fare il punto sulla produzione nazionale mettendo in risalto i rapporti fra il linguaggio cinematografico e quello dei nuovi media immersivi.

Premio Rai Cinema Channel, del valore di € 1.000,00, consistente in un contratto di acquisto dei diritti web dell’opera per 3 anni da parte di Rai Cinema, che verrà resa visibile su raicinema.it, sui siti partner e sulla APP Rai Cinema Channel VR

I lavori più interessanti verranno mostrati il 25 novembre in sala Crociera (Università degli Studi di Milano), mentre i premi verranno assegnati domenica 27 novembre. 

Immersive Realities. De Humani Corporis Fabrica di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor e All That Remains di Craig Quintero in un programma di immagini immersive curato da AN-ICON e Filmmaker in collaborazione con Meet. Un documentario sperimentale e una realtà virtuale 360 si misurano con l’impossibile visione dell’interno del corpo umano e dei meandri della mente. Accostati in un unico programma i due lavori offrono un suggestivo confronto tra tecniche diverse e sguardi reciprocamente convergenti, espressioni entrambi di una pulsione a rilanciare la visione oltre i confini consueti. Immersive Realities si terrà a Meet - Digital Culture Center, via Vittorio Veneto 2, Milano nella giornata di mercoledì 23 novembre. Al termine, un confronto pubblico tra gli autori dei due lavori.

 
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