Cookie Consent by Privacy Policies Generator website FilmMakerFest - Tutto l'oro che c'è
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA DAL 1980
17 NOVEMBRE - 27 NOVEMBRE 2023
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Tutto l'oro che c'è

domenica 24 novembre

CINEMA BELTRADE
ore 19.00
alla presenza dell'autore

Italia, 2019
2k, colore, 100'
no dialoghi

REGIA
Andrea Caccia

SCENEGGIATURA
Andrea Caccia

FOTOGRAFIA
Massimo Schiavon, Andrea Caccia

SUONO
Luca Bertolin

MONTAGGIO
Cristian Dondi, Andrea Caccia

INTERPRETI
Filippo Caccia,Rinaldo Molaschi, Francesco Falzone, Daniele Ferrario, Roberto Vailati

PRODUZIONE
Dugong Films, Rough Cut, Picofilms

CONTATTI
info@dugong.it

Tutto l'oro che c'è

Un ragazzino, un anziano, un cacciatore, un carabiniere, un naturista: cosa unisce queste figure sparpagliate nel paesaggio, immerse in riti quotidiani, in piccole ossessioni, sospese in un tempo che sembra inusuale? Non ci sono legami apparenti tra loro, non sembrano neppure conoscersi, e forse nemmeno sfiorarsi. La dimensione comune è lo spazio in cui si trovano, il fiume Ticino, lungo il quale si succedono i loro passi e vivono le loro abitudini, scoperte, fantasie: l'adolescenza e la collezione di un erbario, la “corsa all'oro” come i cercatori di un vecchio film; il desiderio di un contatto integrale con la natura, gli indizi di indagini su persone scomparse.
Nello stesso spazio Andrea Caccia compone la sua narrazione mescolando il cinema d'osservazione ai generi, thriller, poesia, fiaba... E nel silenzio di questo microcosmo, in una solitudine di animali e di esseri umani, nell'eco quasi “invisibile” di insetti, vento, fronde, passi il racconto della realtà attraversa forme molteplici, si muove, rallenta, sussulta come il corso dell'acqua, confonde i “generi” - documentario e finzione – diviene invenzione di un mondo e dichiarazione di un cinema possibile.

Andrea Caccia (Novara,1968) dopo gli studi di pittura e regia si dedica al documentario creativo sperimentando varie tecniche di messinscena, ripresa e montaggio, e all'insegnamento del linguaggio visivo come principale strumento di analisi della realtà. Realizza diversi lavori, molto diversi tra loro, che attraversano i generi cinematografici in una ricerca molto personale. Ognuno dei suoi film come ogni esperienza con cui si confronta – l’adolescenza, il lavoro, la morte, la natura – esige la ricerca di un tempo specifico ed implica sempre un ripensamento del dispositivo cinematografico come tale.
Tra i titoli della sua filmografia: Sulle tracce del gatto (co-regia con Vittorio Moroni, 2003); Hospice (2009); Vedozero (2010); La vita al tempo della morte (2010); Mi piace quello alto con le stampelle (2011); Vedozero² (2016) presentato a Filmmaker lo stesso anno.
 

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