“Una mappa del mondo reale non è meno immaginaria di una mappa del mondo immaginario” scrive Alberto Blanco nella sua poesia Mappe e prosegue: “Una mappa non è altro che una rappresentazione bidimensionale di un mondo tridimensionale percorso da un fantasma: il tempo”. Forse il cinema non è altro che il tentativo di aggiungere la dimensione temporale alla mappatura del mondo, sembra dirci questo documentario girato dall’alto e dall’interno di Napoli Est, tra i tetti delle case popolari e nelle sale di un istituto psichiatrico. Un pugile tatuato e con il volto coperto da una maschera si allena nella sua stanza senza avere la forza di uscirne mai. Un uomo intraprende un viaggio verso Milano per ritrovare le sorelle che non vede da una vita. Una giovane ospite di un istituto di salute mentale prepara un regalo di compleanno alla madre e poi si reca a farle visita trovandosi di fronte allo specchio della sua stessa sofferenza. Giù dal vivo è un film in cui la periferia urbana osservata da una distanza prima grandissima e poi sempre più ridotta assume i contorni della solitudine assoluta, quella che ogni essere umano vorrebbe ignorare. Un film sul legame tra prospettiva e profondità, in cui, accorciando la distanza tra chi osserva e chi è osservato, si tesse un legame che sembra poter svelare l’invisibile nascosto dal tempo. Ma come non basta avvicinarsi a un’immagine per cogliere il segreto che cela, anche avvicinarsi a qualcuno non è sufficiente per cogliere un segreto che forse non può essere compreso.
Nazareno Manuel Nicoletti (Ischia, 1988). Dopo una laurea in Letteratura, è stato assistente volontario di Susanne Bier per il film Love Is All You Need (2012). Nel 2012, è stato ammesso al corso in reportage presso la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia a L’Aquila. Ha realizzato i mediometraggi documentari Suono Piano (2012), Blackout (2014) e alcuni corti. Nel 2015, il suo primo lungometraggio Moj brate – Mio fratello è stato proiettato al Locarno Film Festival. Giù dal vivo è stato selezionato per il concorso documentari dal Festival Internazionale di Karlovy Vary e ha ottenuto il premio Best Rough Cut Lab Project al festival Visions Du Réel 2018.