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NOVEMBRE 2024
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Omaggio a Friedl vom Gröller
mercoledì 20 novembre

CINEMA BELTRADE
ore 19.30
alla presenza dell'autrice
 
In collaborazione con Forum Austriaco di Cultura a Milano
 
PROGRAMMA
 
Allegorie
2004, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Lisa 
2001, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Spucken 
2000, 16mm, b/n, muto, 2'
 
Le Barométre
2004, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Passage Briare 
2008, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Der Phototermin 
2009, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Delphine de Oliveira 
2009, 16mm, b/n, muto, 3'
 
NEC SPE, NEC METU 
2013, 16mm, b/n, muto, 4'
 
Kirschenzeit 
2013, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Ma peau précieuse  
2013, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Warum es sich zu leben lohnt  
2013, 16mm, b/n, muto, 2' 
 
Winter in Paris 
2018, 16mm, b/n, muto, 3'
 
Max Turnheim 
2002-19, 16mm, b/n, muto, 44'
Omaggio a Friedl vom Gröller

Una pin-up in lingerie che impugna una macchina fotografica davanti al volto. Così appare Friedl Bondy in una delle sue prime serie fotografiche: in un hotel a ore parigino, sola davanti a uno specchio, scatta pose di una danza che fonde voyeurismo ed esibizionismo. Una tensione che distinguerà la sua prassi oltre questa cellula narcisistica: scrutare e provocare l'Altro per mettersi in gioco nel suo riflesso. È il 1971 e quello stesso anno Friedl apre uno studio di fotografia a Vienna, mentre prosegue una ricerca artistica concentrata nell'intimità e improntata su metodici progetti seriali come gli Jahresportraits, in cui si fotografa una volta al giorno per un anno (ripetendo poi l'operazione ogni cinque anni) o il Lebensportrait Louise Anna Kubelka, che raccoglie gli scatti fatti alla figlia ogni lunedì, dalla sua nascita fino al diciottesimo anno.

Tra il tempo congelato nelle singole foto e il ritmo scandito dai loro intervalli si muove una riflessione che oscilla già tra fotografia e cinema e trova stimolo anche nell'incontro col filmmaker Peter Kubelka, pioniere di una concezione del film fondata sull'articolazione tra gli atomi fissi dei fotogrammi e il movimento della pellicola, nonché suo consorte dal 1978 al 2001. Alla fine degli anni Sessanta Friedl aveva già imbracciato una cinepresa 16mm per girare alcuni ritratti di amici, ma proprio la vicinanza di figure imponenti come Kubelka e i suoi sodali del New American Cinema (che immortala in una splendida serie) sembra inibire questo impulso, che per un ventennio si raffredda. Poi, attorno al 2000, eccolo riavvampare in un'opera che oggi conta circa un centinaio di titoli, firmati come Friedl Kubelka e, dopo aver sposato lo psicoanalista Georg Gröller, come Friedl vom Gröller. Anche Friedl nel frattempo si è formata come psicoanalista e nel suo percorso fotografia, cinema e terapia s'intrecciano in un'esplorazione dell'umano che trova nel ritratto la sua forma d'elezione. Rispetto alle serie fotografiche, tuttavia, il film offre una dimensione insieme più condensata e articolata, una situazione che per certi versi fa pensare proprio a un setting analitico, dove alla parola si sia sostituito lo sguardo.

Friedl vom Gröller (Londra, 1946), trascorre l'infanzia a Berlino Est e a Vienna. Studia fotografia alla Scuola di Arti Grafiche e nel 1971 apre uno studio fotografico commerciale. Nel 1968 gira i primi film e del 1972 è la prima serie dei Ritratti annuali. Nel 1990 fonda la Scuola di Fotografia Artistica e nel 2006 quella per il Cinema Indipendente, entrambe a Vienna. Nel 1997 completa la sua formazione in psicoanalisi. Nel 2005 è insignita del Premio nazionale di fotografia. I suoi film sono stati presentati in numerose sedi, tra le quali: Generali Foundation (Vienna), Anthology Film Archives (NY), documenta 12, (Kassel), Diagonale (Graz), IFF Toronto, IFF Hong-Kong, Media City FF, (Windsor), Berlin Biennale (2010), Österreichisches Filmmuseum (Vienna), S8 (La Coruña).

 

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