Vitalina Varela ha atteso quarant’anni che il marito emigrato da Capo Verde a Lisbona le inviasse il biglietto d’aereo per raggiungerlo ma quando infine arriva in Portogallo lui ormai è morto. Ad accoglierla in aeroporto, la donna trova un coro di immigrate, inservienti e donne nelle pulizie, che come sulla scena di un teatro tragico le consigliano di tornarsene a casa. Ma Vitalina si rifiuta e decide di intraprendere un viaggio nei luoghi in cui il marito ha condotto la sua vita lontano da lei. L’esplorazione assume progressivamente i contorni di un’erranza sempre più profonda nell’inferno dell’emarginazione sociale, tra le baracche dove si accampano i manovali trattati come schiavi da un Paese ancora impigliato in un retaggio coloniale che non sembra esaurirsi.
Immerso nella notte, il film segue Vitalina, persona-personaggio che insieme al regista ha portato in scena la sua stessa esistenza, nelle profondità di questo mondo sommerso dove vive anche Ventura, già protagonista di tanti film di Pedro Costa. L’uomo veste qui i panni di un prete che tentando di portare soccorso alle anime in pena è rimasto risucchiato nel loro stesso gorgo di tenebra. Un film pittorico, in cui il nero più assoluto assume la consistenza splendida del colore ad olio mentre i personaggi, dall’alto della loro statura epica, assurgono ad archetipi di una condizione umana sospesa tra sonno e veglia, tra desiderio e morte.
Pedro Costa (Lisbona, 1959) è regista e sceneggiatore. Dopo gli studi in Storia all’Università di Lisbona, ha frequentato la Escola Superior de Teatro e Cinema della stessa città. Il suo primo lungometraggio, O Sangue (1989) è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia, il secondo, Casa de Lava (1994) è stato girato a Capo Verde e selezionato al Festival di Cannes. La poetica di Pedro Costa si è sviluppata a contatto con i luoghi e gli abitanti di alcune zone popolari della capitale portoghese come il quartiere di Fontainhas dove ha girato No quarto da Vanda (2000), ritratto di Vanda Duarte, tossicomane. Con il progressivo smantellamento del quartiere, Costa ha seguito i destini di alcuni membri della comunità capoverdiana lisbonese in Juventude em Marcha (2006), opera che prosegue la ricerca di un linguaggio capace di ibridare documentario e finzione per far emergere il rimosso storico e sociale del proprio paese. Presentato in concorso a Cannes, il film narra le peregrinazioni del personaggio di Ventura, anziano immigrato, tra il suo vecchio quartiere in via di demolizione e le nuove case anonime e inquietanti.
Nel 2014, Costa ritrova Ventura per Cavallo Denaro (Cavalo Dinheiro, 2014) vincitore del Pardo per la migliore regia al Locarno Film Festival. Sempre a Locarno, nel 2019, Vitalina Varela ha vinto il Pardo d’oro e la protagonista si è aggiudicata il premio come migliore attrice.