Bruce Chatwin era “Internet prima di Internet”, pochi come lui sapevano trovare le connessioni più segrete tra Paesi, popoli, culture. Così Werner Herzog ricorda lo scrittore, autore di In Patagonia, col quale condivideva il piacere – forse persino la necessità - di esplorare a piedi il mondo, le sue geografie fisiche e emozionali.
A distanza di trent'anni dalla morte di Chatwin, il regista tedesco ne ripercorre i passi che spesso si sono intrecciati ai suoi, ritrova i suoi percorsi nell'anima del mondo seguendo come traccia gli appunti dei suoi taccuini. E con in spalla l'inseparabile zaino di pelle che l'amico gli ha lasciato prima di morire ci porta da un brontosauro in Patagonia, davanti allo scheletro di una nave “fantasma, a Punta Arenas, nelle caverne preistoriche, nei cimiteri indigeni dell'entroterra autraliano, nella sua casa inglese, per lui un rifugio “sicuro”, dove vive ancora la vedova, Elizabeth, in una lunga “camminata” nella memoria che diviene un confronto tra due universi poetici “nomadi” convinti del potere magnetico e vitale del viaggio. Più che un biopic Nomad è il racconto commuovente di un'amicizia nel quale Herzog mette in gioco sé stesso e il desiderio del proprio fare cinema.
Werner Herzog (Monaco, 1942) è uno dei protagonisti del Nuovo cinema tedesco, l'”onda” di una generazione, la stessa di Rainer Werner Fassbinder e di Volker Schlöndorff che negli anni Sessanta rifonda l'immaginario della Germania. Cresciuto in un villaggio della Baviera, Herzog inizia a viaggiare a piedi da adolescente, studia letteratura e musica a Monaco e all'Università di Pittsburgh, attraversa la Grecia, il Sudan, la Gran Bretagna e il Messico. A 19 anni gira il suo primo cortometraggio, Herakles (1962), nel 1963 fonda a Monaco la sua casa di produzione, la Werner Herzog Production, e nel 1967 firma l'esordio nel lungometraggio con Signs of Life. Da allora ha realizzato oltre sessanta film tra lungometraggi e documentari, attraversati tutti dallo stesso desiderio di avventurarsi in zone inesplorate della geografia, dell'umano, del cinema. Da Fata morgana (1971) a Aguirre, furore di Dio (Aguirre der Zorn Gottes, 1972) a Fitzcarraldo (1992) fino ai più recenti Grizzly Man (2005), Cave of Forgotten Dreams (2010), Lo and Behold: Internet, il futuro è oggi (Lo and Behold: Reveriers of the Connected World, 2016), Meeting Gorbachev (2018).
Ha curato la regia di numerose opere liriche, come attore appare in Julien Donkey-Boy (1999) di Harmony Korine. È nel cast di Star Wars:The Mandalorian (2019) serie tv per la piattaforma Disney.