Il nostro è un film o un documentario? La questione ritorna nelle discussioni tra gli studenti della scuola Dora Maar, alla periferia di Parigi, dove Eric Baudelaire arriva per un workshop di cinema, e rispetto al metodo più comune – un laboratorio di qualche mese con un saggio finale – propone un’alternativa: lavorare attraverso più anni – che diventeranno quattro – mettendo nelle mani dei ragazzi la macchina da presa. Protagonisti, artefici, allievi racconteranno le proprie storie in una prima persona collettiva. Lo scorrere del tempo è dato dai mutamenti rapidi dell’età – i tratti infantili che si mischiano ai primi foruncoli sulla fronte, i corpi che si trasformano – che coincidono con modi diversi di confrontarsi con la macchina da presa.
Dall’aula della scuola entriamo nelle case, ascoltiamo i loro pensieri sulla Francia attraversata dalla violenza - gli attentati, il razzismo - e i sogni per il loro futuro mentre prende forma un'immagine dell'adolescenza lontana dalla letteratura e dallo sguardo adulto, mai generalizzata né esplicativa.
Eric Baudelaire (Salt Lake City, 1973) è artista e cineasta. Dopo gli studi di scienze politiche, inizia a lavorare come fotografo con una particolare attenzione alla storia contemporanea. Esordio al cinema nel 2007 con Sugar Water, nel 2011 realizza The Anabasis of May and Fusako Shigenobu, Masao Adachi and 27 Years Without Images nel quale seguendo le memorie del regista giapponese che vi aveva militato ripercorre le vicende dell'Armata Rossa Giapponese. Ritrova Adachi in The Ugly One (2013) mentre in Letters to Max (2014) racconta il paradosso dell'Abkhazia, stato non riconosciuto nel Caucaso – al centro anche del suo progetto fotografico Les États Imaginés (2005). Also Known as Jihadi (2017) si interroga sulla scelta di aderire al jihadismo di un ragazzo francese poi processato.
Le sue opere sono state esposte al Witte de With di Rotterdam, a Kassel, al Berkeley Art Museum, a Bétonsalon, nelle collezioni del MoMA e del Whitney Museum a New York. Nel 2019 l'installazione Tu peux prendre ton temps, nata intorno a Un film dramatique è stata presentata al Centre Pompidou di Parigi.