Sabato 2 dicembre
SPAZIO OBERDAN
23.30 - FUORI CONCORSO
Germania, 2017
HD, colore, 105'
V.O. Tedesco
REGIA
Romuald Karmakar
FOTOGRAFIA
Frank Griebe
SUONO
Matthias Lempert
MONTAGGIO
Robert Thomann
Anne Fabini
PRODUTTORE
Andro Steinborn
PRODUZIONE
Arden Film Produktion
CONTATTI
welcome@romuald-karmakar.de
info@ardenfilm.com
Prima italiana
Romuald Karmakar aggiunge un nuovo tassello all'originaria “Club Land Trilogy”, facendo evolvere il progetto in una quadrilogia. Dopo 196 BPM (2003), Between The Devil And The Wide Blue Sea (2005) e Villalobos (2009), presenta ora If I Think of Germany at Night. La Germania è uno dei maggiori produttori, a livello mondiale, di musica techno; la sua capitale, Berlino, ospita quello che è considerato il miglior club della scena, il Berghain. I protagonisti di questo nuovo quadro sono cinque tra i più grandi DJ in attività: Ricardo Villalobos, Sonja Moonear, Ata Macias, Roman Flügele Move D/David Moufang. Karmarkar, anche questa volta, predispone un dispositivo attraverso cui marcare tutta la distanza possibile rispetto alle modalità sensazionalistiche con cui i media tendono a raccontare questo fenomeno culturale: sequenze di rave, riprese attraverso lunghi piani fissi senza tagli di scena, che s’interrompono per aprirsi agli interventi dei DJ. A Karmakar non interessa l'indagine ma lasciar spazio ai protagonisti: la musica e i “musicisti”.
Romuald Karmakar (Wiesbaden, Germania, 1965) è un autodidatta ferocemente geloso della sua indipendenza. Autore di 39 film, ha attraversato con il suo cinema la storia delle tecniche di ripresa: dalle pellicole Super 8 degli esordi (come Eine Freundschaft in Deutschland, 1985), al 35 mm di alcuni suoi film più noti (Der Totmacher, 1995), fino all’odierno iPhone e alla videocamera digitale. In tutta la sua opera la parola gioca sempre un ruolo cruciale. Karmakar è in effetti l’inventore di un nuovo dispositivo, che potremmo definire “film discorsivo” (TheHimmler Project, 2000). Quello di Karmakar è un cinema di ricerca etica e politica. Una ricerca che trova un correlativo preciso nelle scelte cinematografiche del regista, nel suo rifiuto di lasciarsi assorbire da un sistema.