Rock Hudson’s Home Movies è un film-collage dove la star è il “found footage”. È una storia del cinema revisionista, che riesamina i film di Hudson alla luce di quello che oggi sappiamo tutti su di lui, ovvero che era gay e che morì di AIDS. Rock è un paradosso singolare: un paradigma di mascolinità per lo schermo cinematografico che si dà il caso sia anche un omosessuale. In quanto costrutto di finzione, Rock Hudson diviene un testo che può essere letto e riletto in vari modi – ma alla fine tutte le strade portano a Roma. Rock Hudson era al contempo prigioniero e veicolo di diffusione di una politica sessuale e dei suoi stereotipi. È un prisma attraverso il quale è possibile esplorare pregiudizi riguardo alla sessualità, codificazioni di genere e il gioco dei ruoli tra i sessi nei film di Hollywood e, quindi, per estensione, nell’America degli anni Cinquanta e Sessanta. In un certo senso, la sessualità di Hudson è la vera autrice dei suoi film, proprio come il suo non essere dichiarato lo ha reso l’icona che tutta l’America adorava. (Mark Rappaport)
Mark Rappaport (New York, 1942) è un regista e scrittore indipendente. Ha frequentato il Brooklyn College, dove si è laureato nel 1964. Ha lavorato come montatore prima di dedicarsi al suo primo lungometraggio, il film sperimentale Casual Relations (1974). Negli anni Novanta ha iniziato a lavorare in maniera intensiva con il materiale d’archivio, realizzando film come Rock Hudson’s Home Movies (1992), Exterior Night (1993), From the Journals of Jean Seberg (1995) e The Silver Screen: Color Me Lavender (1997).
Il suo interesse per il romanzo vittoriano, il melodramma e la storia dell’arte è ravvisabile in alcuni dei suoi cortometraggi, tra cui Becoming Anita Ekberg (2014), The Vanity Tables of Douglas Sirk (2014) e Debra Paget, For Example (2016), Sergei/Sir Gay (2016). Dal 2005 vive e lavora a Parigi. Molti dei suoi articoli sono stati pubblicati sulla rivista di cinema francese Trafic, fondata da Serge Daney, e su Cinéma. Ha inoltre pubblicato raccolte dei suoi testi di fiction e non-fiction sia in francese – Le spectateur qui en savait trop, 2008 – sia in inglese – (F)au(x)tobiographies (2013), The Secret Life of Moving Shadows (2014).