Francia, 2014
16x9 DV, colore e b/n, 11'
V.O. Inglese
REGIA
Mark Rappaport
SCENEGGIATURA
Mark Rappaport
MONTAGGIO
Mark Rappaport
NARRAZIONE
Mark Rappaport
PRODUZIONE
Mark Rappaport
CONTATTI
marrap@noos.fr
Ripercorrere il cinema di Douglas Sirk attraverso i tavoli da toeletta delle sue eroine, i cui specchi, come il cinema, dilatano lo spazio e duplicano i corpi. Se l'espressione inglese “vanity table” (con malcelata misoginia) indica questi pezzi di mobilio come ricettacoli di narcisismo, Rappaport rileva invece la varietà e l'ambivalenza di significati che assumono nella regia di Sirk, analizzando le situazioni in cui diventano un fulcro scenico e simbolico: superfici immaginarie dove gli sguardi si incrociano e le tensioni si condensano, dove identità divise si proiettano nel proprio riflesso, schermi d'intimità domestica che intrappolano o lasciano sognare una vita diversa. Il video-saggio inaugura la più recente produzione digitale di Rappaport (dopo un lungo iato dalla fine degli anni Novanta) e ne illustra alcuni tratti tipici: focalizzare l'attenzione sui dettagli, anche quelli che possono apparire marginali, osservarne ricorrenze e variazioni, senza ambire a tipologie rigorose, ma cercando di distillare il senso di un'emozione cinematografica che si prolunga oltre la singola visione, un racconto segreto sulla superficie delle immagini.
Mark Rappaport (New York, 1942) è un regista e scrittore indipendente. Ha frequentato il Brooklyn College, dove si è laureato nel 1964. Ha lavorato come montatore prima di dedicarsi al suo primo lungometraggio, il film sperimentale Casual Relations (1974). Negli anni Novanta ha iniziato a lavorare in maniera intensiva con il materiale d’archivio, realizzando film come Rock Hudson’s Home Movies (1992), Exterior Night (1993), From the Journals of Jean Seberg (1995) e The Silver Screen: Color Me Lavender (1997).
Il suo interesse per il romanzo vittoriano, il melodramma e la storia dell’arte è ravvisabile in alcuni dei suoi cortometraggi, tra cui Becoming Anita Ekberg (2014), The Vanity Tables of Douglas Sirk (2014) e Debra Paget, For Example (2016), Sergei/Sir Gay (2016). Dal 2005 vive e lavora a Parigi. Molti dei suoi articoli sono stati pubblicati sulla rivista di cinema francese Trafic, fondata da Serge Daney, e su Cinéma. Ha inoltre pubblicato raccolte dei suoi testi di fiction e non-fiction sia in francese – Le spectateur qui en savait trop, 2008 – sia in inglese – (F)au(x)tobiographies (2013), The Secret Life of Moving Shadows (2014).