Francia, 2020
16x9 DV, colore, b/n, 17’
V.O. Inglese
REGIA
Mark Rappaport
SCENEGGIATURA
Mark Rappaport
MONTAGGIO
Mark Rappaport
SUONO
Mark Rappaport
NARRAZIONE
Mark Rappaport
PRODUZIONE
Mark Rappaport
CONTATTI
marrap@noos.fr
«Dove vanno a finire i primi piani se nessuno può guardarli?» Idoli d'altri tempi che svaniscono nella dimenticanza, giganti dello schermo confinati alle angustie di un DVD, icone venerate da devoti sempre meno numerosi, chissà per quanto ancora... Una confessione intrisa di nostalgia, erotismo e auto-ironia, in cui Rappaport parla della sua adorazione per il volto di Turhan Bey e i suoi tratti esotici, che ne fecero la star di tanto kitsch orientalista negli anni Quaranta. Omaggio all'attore di origine austriaca, una delle tante divinità hollywoodiane obliterate, e autoritratto del suo ammiratore (non fan!), il video rievoca il rapimento estatico provato da Stendhal davanti alle tombe di Santa Croce a Firenze per esprimere il senso di una bellezza insostenibile, una grandezza che viene a trovarci da lontano, palesandosi all'improvviso su uno schermo. Una meditazione sulla fugacità struggente di un appuntamento con un fantasma: un incontro impossibile e, forse proprio per questo, inestimabile.
Mark Rappaport (New York, 1942) è un regista e scrittore indipendente. Ha frequentato il Brooklyn College, dove si è laureato nel 1964. Ha lavorato come montatore prima di dedicarsi al suo primo lungometraggio, il film sperimentale Casual Relations (1974). Negli anni Novanta ha iniziato a lavorare in maniera intensiva con il materiale d’archivio, realizzando film come Rock Hudson’s Home Movies (1992), Exterior Night (1993), From the Journals of Jean Seberg (1995) e The Silver Screen: Color Me Lavender (1997).
Il suo interesse per il romanzo vittoriano, il melodramma e la storia dell’arte è ravvisabile in alcuni dei suoi cortometraggi, tra cui Becoming Anita Ekberg (2014), The Vanity Tables of Douglas Sirk (2014) e Debra Paget, For Example (2016), Sergei/Sir Gay (2016). Dal 2005 vive e lavora a Parigi. Molti dei suoi articoli sono stati pubblicati sulla rivista di cinema francese Trafic, fondata da Serge Daney, e su Cinéma. Ha inoltre pubblicato raccolte dei suoi testi di fiction e non-fiction sia in francese – Le spectateur qui en savait trop, 2008 – sia in inglese – (F)au(x)tobiographies (2013), The Secret Life of Moving Shadows (2014).