Cookie Consent by Privacy Policies Generator website FilmMakerFest - I, DALIO - OR THE RULES OF THE GAME
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA DAL 1980
17 NOVEMBRE - 27 NOVEMBRE 2023
EN
FUORI FORMATO - OMAGGIO A MARK RAPPAPORT
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I, DALIO - OR THE RULES OF THE GAME
 
ARCOBALENO FILM CENTER sala 2
ore 19.30
alla presenza dell'autore



prima italiana

Francia, 2014
16x9 DV, colore e b/n, 33'
V.O. Inglese
 
REGIA
Mark Rappaport
 
SCENEGGIATURA
Mark Rappaport
 
MONTAGGIO
Mark Rappaport
 
NARRAZIONE
Tito de Pinho
 
PRODUZIONE
Mark Rappaport
 
CONTATTI
marrap@noos.fr
 
I, DALIO - OR THE RULES OF THE GAME

Un attore può indossare tante maschere nel corso della sua carriera; alcune di queste possono risultare difficili da dismettere e finiscono per farsi volto, specialmente se l'attore in questione ha scelto la strada del caratterista, come fece il francese Marcel Dalio, al secolo Israel Moshe Blauschild. Come in tante altre “false autobiografie” di Rappaport, il Dalio che qui si racconta in prima persona è un costrutto fittizio, composto di esistenza biografica e scenica. L'identità ebraica di Dalio resta sottesa alla sequela delle sue incarnazioni, come personaggio sofisticato e suadente oppure ambiguo e spregevole: dalle allusioni antisemite di cui sono venati tanti caratteri della sua carriera in patria a una più vaga aura europea attribuitagli da Hollywood, quando vi arrivò a lavorare in esilio durante la guerra. Le “regole del gioco” non sono tanto quelle del film di Renoir, che resta una delle sue più celebri interpretazioni, ma quelle di un'industria i cui assunti ideologici si inscrivono sottilmente sui corpi di chi recita e negli occhi di guarda.

Mark Rappaport (New York, 1942) è un regista e scrittore indipendente. Ha frequentato il Brooklyn College, dove si è laureato nel 1964. Ha lavorato come montatore prima di dedicarsi al suo primo lungometraggio, il film sperimentale Casual Relations (1974). Negli anni Novanta ha iniziato a lavorare in maniera intensiva con il materiale d’archivio, realizzando film come Rock Hudson’s Home Movies (1992), Exterior Night (1993), From the Journals of Jean Seberg (1995) e The Silver Screen: Color Me Lavender (1997).
Il suo interesse per il romanzo vittoriano, il melodramma e la storia dell’arte è ravvisabile in alcuni dei suoi cortometraggi, tra cui Becoming Anita Ekberg (2014), The Vanity Tables of Douglas Sirk (2014) e Debra Paget, For Example (2016), Sergei/Sir Gay (2016). Dal 2005 vive e lavora a Parigi. Molti dei suoi articoli sono stati pubblicati sulla rivista di cinema francese Trafic, fondata da Serge Daney, e su Cinéma. Ha inoltre pubblicato raccolte dei suoi testi di fiction e non-fiction sia in francese – Le spectateur qui en savait trop, 2008 – sia in inglese – (F)au(x)tobiographies (2013), The Secret Life of Moving Shadows (2014).

 

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