Il primo personaggio che Hardly Working ci presenta è il carpentiere: un uomo che passa le sue giornate a piantare chiodi nelle assi di un pontile, girando in tondo. «Non saranno mai piantati abbastanza chiodi» commenta il voice over che ci guida alla scoperta delle attività di alcuni Non-Playable-Characters del videogioco Red Dead Redemption 2. Queste figure non possono essere “manovrate” dal giocatore, costituiscono lo sfondo dello svolgimento delle azioni. Il gruppo Total Refusal si diverte ad inventare possibili narrazioni a partire dalla quotidianità dei personaggi - lo stalliere ubriaco, la lavandaia, la spazzina - con una spiccata ironia rispetto alla ristrettezza della gamma di azioni che è loro toccato in dote di ripetere ciclicamente. Capiamo ben presto che non si tratta di un gioco, ma piuttosto, di una messa in scena che, in maniera semplificata, mima le nostre giornate. Siamo sicuri che, se venissimo osservati dall’esterno, le nostre azioni apparirebbero più sensate, più dirette a uno scopo? Non siamo anche noi personaggi di un grande gioco, quello del capitalismo, in cui il punto «non è soddisfare la richiesta ma accumulare»? In fondo i personaggi di Red Dead Redemption 2 sono pur sempre stati concepiti da esseri umani, sono, a modo loro, “verosimili” nelle loro giornate schiacciate sulla dimensione lavorativa. Ma la scommessa di Hardly Working è di presentarceli nella loro individualità, e ci sembra veramente di cogliere una malinconia nell’accettazione del proprio destino, quello di ripetere all’infinito le azioni prescritte. Il film tuttavia non si ferma alla denuncia, termina con una proposta politica: quella della “pigrizia collettiva” che alcuni personaggi mostrano rimanendo fermi per ore, ostinatamente, nello stesso punto. Possiamo interrompere il ciclo? Possiamo anche noi smettere di funzionare? (Lucrezia Ercolani)
Il gruppo austriaco Total Refusal (formato da Susanna Flock, Robin Klengel, Leonhard Müllner, Michael Stumpf) pratica strategie per l'intervento artistico nei giochi per computer contemporanei. I loro film e le loro performance sono stati presentati, tra gli altri, alla Berlinale, a Locarno e al MoMA di New York. Hanno ricevuto il premio per il miglior cortometraggio documentario austriaco al festival Diagonale di Graz e il premio alla miglior regia nella competizione di Locarno Pardi di domani dedicata ai cortometraggi. Tra i loro lavori precedenti, Deconstructing the Bridge (2022), How to Disappear (2020), Featherfall (2020).