Cookie Consent by Privacy Policies Generator website FilmMakerFest - THE UNITED STATES OF AMERICA di James Benning
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA DAL 1980
17 NOVEMBRE - 27 NOVEMBRE 2023
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THE UNITED STATES OF AMERICA di James Benning

CINETECA MILANO ARLECCHINO
ore 16.15
 
 
 
prima italiana
 
USA, 2022 
4K, colore, 98’ 
V.O. Inglese

REGIA
James Benning

FOTOGRAFIA 
James Benning

MONTAGGIO
James Benning

PRODUTTORE
James Benning
 
CONTATTI
dylan@neugerriemschneider.com 
THE UNITED STATES OF AMERICA di James Benning
The United States of America è il secondo film di James Benning a portare questo titolo al tempo stesso semplice e ambizioso. Il primo era stato girato in pellicola, nel 1975. In entrambi si distinguono delle somiglianze di famiglia con il genere del Road movie e più in generale con il tema del viaggio da una costa all'altra, il cui prototipo, però, non è un film ma il libro di fotografie The Americans di Robert Frank. The United States of America somiglia in un certo senso ad un libro. È costituito da cinquanta inquadrature fisse, cinquanta «viste», tante quante gli elementi che costituiscono l'Unione, presentati alfabeticamente e accompagnati dall’indicazione di una località, una città, uno Stato.
Da sempre, il cinema per James Benning prende la sua origine da una struttura. In questo il suo lavoro somiglia a quello di un pittore, che prima ancora di dipingere, scegliendo la tela, decide il tipo di rapporto tra il soggetto e lo spazio. Nel caso del cinema, ovviamente, il tempo costituisce una struttura in più. E quello che il cinema deve mostrare è in primo luogo la propria cornice. In questo caso c'è un aspetto ironico, che si scopre solo alla fine e che non riveliamo se diciamo l'intenzione di Benning è in ultima analisi politica: si tratta di confrontare lo spettatore con i propri pregiudizi. (Eugenio Renzi)
 
James Benning (Milwaukee, 1942), ha studiato e insegnato matematica prima di girare il suo primo film nel 1971. Artista da sempre indipendente, il suo lavoro si situa nel solco delle avanguardie e in particolare del cinema strutturale. La sua opera dialoga fin da principio con la cultura popolare e folk americana (One Way Boogie Woogie, 1977). I primi film sono incentrati sul rapporto tra la durata delle bobine della sua Bolex 16mm e la temporalità che può essere imposta dal soggetto dell’inquadratura (RR 2007, 13 lakes 2004). Il digitale (a partire da Ruhr, 2009) imprime una svolta al suo modo di lavorare, consentendo delle durate molto più libere e provocando la ricerca di nuove strutture su lavori girati in precedenza (Faces, Easy Rider, United States of America). I lavori e le esposizioni video di James Benning sono stati supportati, acquisiti e ospitati in diversi festival, musei e luoghi d'arte del mondo intero. 
 
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