SCENEGGIATURA
Sergei Loznitsa
dal libro di Winfried Georg Sebald
MONTAGGIO
Danielius Kokanauskis
SUONO
Vladimir Golovnitski
PRODUZIONE
LOOKSfilm, Atoms & Void
CONTATTI
offermann@looks.film
L'oggetto del film di Sergei Loznitsa è annunciato in maniera molto esplicita fin dal titolo, preso in prestito dal libro di Winfried Georg Sebald: qui si parlerà di distruzione. Sempre il titolo ci informa del tipo di trattamento che il regista ucraino ha voluto dare a questo soggetto: una storia naturale. È con piglio scientifico e asettico che il suo documentario monta insieme immagini d'archivio della Seconda guerra mondiale. In bianco e nero, con qualche rara sequenza a colori, gli archivi ritraggono città britanniche e tedesche, folle, individui, aerei, leader politici. I punti di riferimento sbiadiscono assai rapidamente. Nessuna introduzione, nessuna voce narrante, nessun commento, nessuna cronologia viene ad aiutare lo spettatore bisognoso di frontiere. Dov'è il bene? Dov'è il male? Chi ha cominciato? Di chi è la colpa? Tutto questo, per Loznitsa, è un altro problema, e va eventualmente trattato in maniera separata. Il film impone allo spettatore uno strano esercizio di igiene mentale che consiste nel concentrarsi, per due ore, sul destino delle popolazioni che diventano l'obiettivo della strategia militare. È chiaro che questo lavoro risuona in maniera particolarmente potente da quando il dittatore russo Vladimir Putin ha invaso militarmente l'Ucraina, facendo largo uso di missili per colpire obiettivi civili. (Eugenio Renzi)
Sergei Loznitsa (Baranavicy, 1964) si è trasferito con la famiglia dalla Bielorussia a Kiev, dove compie gli studi di matematica all'Istituto Politecnico. Si diploma in seguito all'Istituto di cinematografia Gerasomov. Nel 2010 il dramma My Joy è il primo lungometraggio ucraino presentato in competizione al festival di Cannes. Nel 2014 gira un documentario sulle proteste del movimento democratico e filo-europeo di piazza Maidan. Gli scontri con la polizia del governo filorusso di Viktor Yanukovych provocano la morte di almeno 100 manifestanti, ma il movimento ottiene alla fine la caduta del governo. In seguito a questi eventi, passati alla storia con il nome di Rivoluzione della Dignità, la Russia decide di annettere la Crimea e di appoggiare la guerra civile nel Donbass. Nel 2018, il film Donbass apre la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes e riceve il premio per il miglior film.