Il piccolo comune montano di Intermesoli è ormai quasi disabitato. Il giovane Simone, diciotto anni, si fa carico di tutta la responsabilità del paese. Filippo è invece un eremita che vive isolato dal mondo e cerca di ricostruire la sua fede. Le due figure devono confrontarsi con i propri conflitti interiori sotto lo sguardo di un popolo che travolge le loro vite e il loro destino. In questo che diviene anche il racconto di un territorio, l'Abruzzo dove è nato il regista, affiora una riflessione sul senso di comunità, su cosa significa un rapporto con i luoghi, la natura, la memoria dove ormai i giovani scelgono di fuggire e rimangono solo gli anziani. E dove il tempo è sospeso tra diverse dimensioni, la modernità delle auto da corsa e dei fuochi d'artificio, e la dimensione sacra dei riti antichi, la processione del Venerdì santo. Simone vive in questo dualismo, appassionato di Ferrari e insieme radicato nella sua realtà, in un quotidiano di azioni, spaesamenti, gesti, nel contatto tra uomo e animale che l'obiettivo cerca di catturare.
Lorenzo Pallotta (Teramo, 1992) frequenta il SAE Institute di Milano. Inizia a lavorare per produzioni indipendenti alla realizzazione di documentari, videoclip, webseries. Collabora con la casa di produzione Fedra Film e Fedra Hub. Ha lavorato come assistente alla regia a Loro di Paolo Sorrentino. Inumanamente (2016), il suo primo corto, è stato selezionato allo Short Film Corner di Cannes e al Milano Film Festival, mentre col successivo Luis (2019) ha partecipato tra gli altri al Festival del corto di Brest e al Med Film Festival. Il suo ultimo cortometraggio, Las Hadas (2021) è stato presentato al FEST di Espinho in Portogallo. Sacro Moderno è il suo primo lungometraggio.