Due ragazzi a Milano, le giornate scandite da piccoli rituali: il caffè al mattino, il tabacco, lo sguardo sul cellulare aspettando la conferma per un lavoretto da rider. Intorno a loro una stanza un po' disordinata, piena di disegni, appunti, schizzi. Fuori dall'appartamento il tempo passa lentamente, quasi fermo, un po' come le loro vite. Avere vent'anni e cercare qualcosa di diverso, un sogno, un'utopia, un sentimento condiviso, desideri che stridono con la narrazione imperativa di carriera, successo, affermazione a ogni costo, segnali social e reali del nostro tempo. 

Come cambiare quella realtà almeno negli spazi vicini e vissuti? Forse basta l'esplosione di una luce, una parete che si accende e all'improvviso rivela una dimensione che è già diversa, Quel luogo, ora riempito dal colore che ricorda il sole al tramonto è forse diventato la loro casa, aprendo una possibile prospettiva di futuro.

Virginia Garra (Milano, 1993) è artista e videomaker. Ha frequentato l'Head (Haute école d'arte et de design) di Ginevra, e la Naba a Milano. Tra il 2016 e il 2019 ha lavorato come assistente per Yuri Ancarani. Ha partecipato a numerose mostre e progetti espositivi tra cui Lemaniana: Reflections on Other Scenes, al Centre d'Art Contemporain di Ginevra; Infans alla Fondazione Pernod Ricard di Parigi; CMD+R alla Fondazione Pini di Milano. La sua ricerca si rivolge alla realtà intorno cercando di farne risuonare, tra storie familiari e una mitologia personale, i lati meno evidenti. Fra i suoi lavori, Sorelle (2021); Harmonic Trees (2020); Vensòn (2014); Graziella (2014).

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