«Nessun uomo è un’isola» scriveva il poeta inglese John Donne, ma di sicuro Witige Gaddi è tutt’uno con l’isolotto occupato dal suo casone nella laguna di Grado, in provincia di Gorizia. Riverdì è un incontro con la sua persona, un grande amante della vita e dei viaggi intorno al mondo. Sfuggente alle definizioni, Gaddi ha fatto esperienze disparate: il fotografo, il macchinista, il pescatore. Sono molti gli intellettuali approdati nella sua dimora, dove continua a vivere a modo suo: pescando nelle acque lagunari e prendendosi cura di quell’angolo di mondo.
Il film è un confronto tra generazioni, i giovani registi alle prese con il protagonista ormai ottantenne. Ne emerge un rapporto rispettoso da entrambe le parti, le macchine da presa si inseriscono con naturalezza nel ritmo delle giornate di Gaddi mentre quest’ultimo si dona nei suoi racconti, nel suo dialetto, divertito e con un forte senso dello humor.
In questo intreccio tra i ricordi del passato e la quotidianità emerge la figura di un uomo che non si è arreso allo scorrere del tempo, che ha ancora voglia di scoprire il mondo, per tornare poi sempre alla sua casa dalle porte aperte.
Desirée Braida (Palmanova, 1994) Nel 2019 si trasferisce dall’isola di Grado a Milano per studiare Documentario presso la Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti conseguendone il diploma. Durante gli studi entra a far parte della crew di Overclock (Casa di produzione audiovisiva milanese dedicata a Cortometraggi, Documentari, Pubblicità e Videoclip) come Operatrice e Assistente Camera.
Pietro Bellini (Clusone, 1995) si laurea in Lingue all’Università di Pavia, dove inizia a lavorare come videomaker. Nel 2019 frequenta il corso di specializzazione in Documentario della Civica - Scuola di Cinema Luchino Visconti. Attualmente è al lavoro sul suo prossimo progetto di documentario.
Patrick Frunzio (Milano, 1997), ha iniziato il suo percorso da filmmaker nel 2010, collaborando a numerosi progetti documentaristici, con particolare interesse a performance artistiche, skateboarding e videoclip musicali. Ha studiato documentario presso la Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano e collabora regolarmente col regista Tommaso Santambrogio. Dal 2020 ha realizzato due cortometraggi indipendenti e sta ultimando il suo primo mediometraggio documentario.
Astrid Ardenti (Caracas, 1994) dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, ha studiato Foto-giornalismo con il reporter argentino Carlos Bosch a Buenos Aires e Documentario presso la Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano. I suoi cortometraggi Il tempo si distingue tra le tue mani e Misleading sono stati presentati in vari festival nazionali e internazionali. Attualmente sta lavorando al suo primo mediometraggio documentario. È collaboratrice della rivista di cinema Filmidee.
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