Anna Conforti, che già avevamo visto protagonista nel precedente film di Enrico Maisto, La Convocazione, è un magistrato al suo ultimo giorno da giudice della Corte di Assise di Milano. L'indomani andrà in pensione. Enrico, suo figlio, vuole raccontare con le immagini questo momento di passaggio che da una posizione di potere e di responsabilità la porta ad assumere un ruolo differente, a ripensare le sue relazioni forse per ricostruirle su nuove basi. Uno dei rapporti irrisolti è proprio quello col figlio, da sempre ossessionato dal cinema e dal desiderio di essere un regista, oggi alle prese con un nuovo amore.
Il punto di partenza del regista, filmare cioè l'inizio di una nuova vita della madre, prende così una diversa direzione punteggiata da tensioni, allontanamenti e riconciliazioni. E si apre a una ricerca che lo costringe a interrogarsi su stesso, sul legame con i genitori, la mamma prima di tutto, sulla reciprocità delle loro consapevolezze, sullo scollamento tra l'immagine che loro conoscono di lui e la sua “reale” esistenza.
Tra memorie di infanzia, feste famigliari e frammenti di un privatissimo presente questo romanzo di formazione si avventura con umorismo, autoironia e dolcezza, nelle piccole e grandi lacerazioni della vita, nei cambiamenti, nella meraviglia e nella paura di ogni scoperta.
Enrico Maisto (Milano, 1988) ha esordito con il documentario
Comandante con il quale ha vinto il Premio Aprile al Milano Film Festival. Il suo secondo film,
La Convocazione, presentato in Prospettive a Filmmaker nel 2018, ha vinto il Premio Solinas Documentario con ed è stato presentato in concorso a IDFA, e in seguito ha vinto il premio Miglior Mediometraggio al festival HotDocs2018 e il premio del pubblico al 58º Festival dei Popoli.
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