Le parti di una casa: una porta, il soffitto scalcinato, le tavole di legno del pavimento, il ritratto di una bambina. E il crepitio della pellicola 16mm su cui sono impresse, “concreta” come gli oggetti che filma e in opposizione allo svanire delle cose nei pixel del digitale. I versi di una poesia di Wallace Stevens accompagnano le immagini: “La casa era quieta e il mondo era calmo/il lettore diveniva il libro/ e la notte estiva era come l'essere cosciente del libro”. Nel susseguirsi dei versi – e nella ripetizione delle giornate chiusi in casa durante il lockdown – il lettore, il libro, la casa e la notte d'estate diventano una cosa sola, cullata dal crepitare della pellicola.
Ben Rivers (Somerset, 1972) è un artista e filmmaker. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio FIPRESCI alla Mostra del Cinema di Venezia con Two Years at Sea (2011). Al Festival di Rotterdam ha vinto due volte il Tiger Award per il miglior cortometraggio: nel 2008 con Ah Liberty! e nel 2015 con Things (presentato anche a Filmmaker). A Spell to Ward Off the Darkness (2013) ha partecipato al Festival di Locarno e al Torino Film Festival. Fra le sue mostre Phantoms of a Libertine (Kate MacGarry, Londra) e Slow Action (alla Matt’s Gallery di Londra e TPW di Toronto). Al suo lavoro sono stati dedicati focus da London Film Festival, IndieLisboa, Punto de Vista (Pamplona), Courtisane (Gand), Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, Milano Film Festival in collaborazione con Filmmaker Festival. Torna a Locarno nel 2015 con The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers. Fra i suoi lavori più recenti Trees Down There e The Rare Event, entrambi del 2018.