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16 - 24
NOVEMBRE 2024
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TEATRO SCONFINATO
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A TIME TO MEND
prima mondiale
 
Italia, 2020
HD, colore, 9’
 
REGIA:
Raffaele Rezzonico
 
MONTAGGIO:
Raffaele Rezzonico
 
FOTOGRAFIA:
Raffaele Rezzonico

CON:
Flora Vannini, Francesco Venturi
 
MUSICA:
Francesco Venturi
 
COREOGRAFIA:
Flora Vannini
 
PRODUZIONE:
Mirmica 
 
CONTATTI:
raffaele@rezzonico.org
 
A TIME TO MEND

Le nostre azioni hanno un punto di bellezza, una stagione nella quale risplendono. Per scoprirlo dobbiamo coglierle nel loro momento. Come dice Qohélet, «tutto ha sotto il cielo una sua ora, un tempo suo… Un tempo per stracciare e un tempo per cucire...»: è questa la traduzione di A Time to Mend, titolo misterioso scelto dal regista Raffaele Rezzonico per il suo progetto con la danzatrice e coreografa Flora Vannini. Qohélet è l’Ecclesiaste, il quarto dei libri sapienziali dell’Antico Testamento, redatto da un ignoto autore del III secolo. Dieci pagine in tutto, fra le millecinquecento della Bibbia, a cui Guido Ceronetti ha dedicato quasi cinquant’anni della sua vita, nel corso di quello che lui stesso ha definito «un duello conradiano». «Libro di miseria, libro alla miseria di tutti sacro», così lo presenta Ceronetti nell’introduzione di una delle edizioni che hanno segnato il suo lavoro di traduzione, «al vertice della sua musica, in figure incorruttibili, una Danza della Morte tra le più esatte, forse la più preziosa». Non sappiamo quanto l’enigmatico e controverso testo biblico abbia suggestionato la creazione di questa videocreazione coreografica, certo tra le parole di Ceronetti e le note di regia di Rezzonico ci sembra di cogliere una continuità: «A Time to Mend è una ricerca sul corpo vivente che gioca e che soffre, nella tensione fra la digitalizzazione geometrica e universalizzante e il residuo individuale invece sempre specifico, analogico, refrattario». Il cinema danza. È danza. In esso danzano le immagini che si incontrano e si allontanano, che si sovraimprimono, fondendosi, quasi a non volersi lasciare andare, in un moto infinito di corrispondenze: qui, in un solo quadro, all’interno di un unico spazio di visione (quindi senza alcuna intenzione di preferire un punto di vista privilegiato o di tracciare una sequenza narrativa volta a guidare lo spettatore), sono riunite 46 fessure, 46 tempi differenti coincidenti ad «altrettante possibilità di improvvisare nell’immediato un modo di attraversare il tempo di una convalescenza».

Raffele Rezzonico (Milano, 1978) porta avanti la propria ricerca artistica muovendosi tra teatro, performance, cinema indipendente, arti partecipative e ricerca nel campo delle neuroscienze cognitive. Fra i suoi ultimi lavori, la performance La Soglia Giardino, il lavoro di drammaturgia per lo spettacolo teatrale L’insonne diretto da Claudio Autelli, il soggetto e la sceneggiatura, in collaborazione con il regista Gigi Giustiniani, per il film Ninì presentato a Filmmaker Festival nel 2014. A Time To Mend è il suo primo lavoro come regista, condividendone l’autorialità con Flora Vannini, danzatrice e coreografa, e Francesco Venturi, compositore e vocalist.
 

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