Ispirato a un testo giovanile di Aldo Braibanti, di cui Giulia Savorani mantiene il titolo, La statua è nelle parole della regista: “Una riflessione sulle immagini e sul loro utilizzo”. 

Due cortigiane trovano sulla riva del mare una statua e decidono di portarla in città per renderla  monumento che esprima gli ideali della comunità che vogliono imporre agli altri cittadini. Inizia una contesa che porterà infine alla distruzione della statua. L'azione si svolge fuori dal tempo e si ripete, seguendo un andamento ciclico e non cronologico, mentre le immagini degli archivi  -  gite, rituali sociali e familiari –  raccontano uno statuto sociale e diventano  testimonianza storica dei simulacri di un'epoca. La statua è stato realizzato all'interno del progetto Re-Framing Home Movies.

 

Giulia Savorani (Ivrea, 1988) nel 2014 si diploma all'Accademia di Belle Arti di Brera in Arti Visive e Pittura. Nel 2016 conclude il corso di regia e documentario alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano. Ha  vissuto a Madrid e a Bruxelles. I suoi lavori sono stati selezionati alla  Biennale Giovani di Monza (2017) e a “Parcours d'artiste” Forest, Bruxelles (2014). Tra i suoi lavori TreeCloakBell (2015); la trilogia Oiseaux, Alectoris, (ordine) (2014); Project for Sesto San Giovanni (2012). Nel 2016 Parco Lambro – corealizzato insieme a Federico Gariboldi, Francesco Martinazzo, Martina Taccani – è stato presentato a  Filmmaker nella sezione Prospettive e alla Mostra di Pesaro (Satellite).