Marie Losier (Boulogne-Billancourt, 1972) è artista, filmmaker e curatrice. Dopo gli studi universitari cominciati a Parigi continua la sua formazione a New York. Scopre la scena underground lavorando insieme a Richard Foreman, uno dei grandi innovatori del teatro del '900, fondatore dell'Ontological-Hysteric Theatre. Frequentatrice appassionata dell'Anthology Film Archives, la sala cinematografica di Jonas Mekas, entra in contatto con moltissimi registi e musicisti, soprattutto Mike e George Kuchar,e Tony Conrad. Gli stimoli artistici che riceve in questo periodo e l'approccio, così personale e intimo, con cui si confronta all'universo della neoavanguardia newyorkese possono essere considerati come le cifre attraverso le quali leggere la sua futura produzione cinematografica.

Il cinema di Marie Losier, infatti, è caratterizzato dalla libertà espressiva propria delle sperimentazioni lo-fi dell'underground (in cui la regista fa risuonare echi del fantastico francese di Demy e Franju) applicata alla pratica video-ritrattistica. I soggetti scelti sono, nella maggior parte dei casi, artisti che hanno segnato nel profondo la sensibilità dell'autrice: oltre ai già citati Foreman e fratelli Kuchar, Guy Maddin, Alan Vega, Tony Conrad, Genesis P. Orridge, protagonista del suo lungometraggio, The Ballad of Genesis and Lady Jaye. Una storia d’amore che intreccia ricerca artistica e perfomance; la costruzione di una nuova identità che unisce nella “pandroginia”. Genesis, pioniere della musica industrial, leader dei Throbbing Gristle e degli Psychic TV, e la sua amata e musa Lady Jaye.

«Mi avvicino ai miei soggetti come se mi trovassi ai primordi del cinema, ai tempi di George Méliès e dei fratelli Lumière… Mi piace creare tableaux vivants comici, colorati, cercando di far emergere una verità che supera le convenzioni dei documentari tradizionali. The Ballad cerca di presentare l'incredibile complessità della personalità di Genesis da diverse angolazioni. Fin dai miei primi film ho sentito che quando si riprendono soggetti nella loro vita reale, la mia presenza per quanto discreta modifica molto la realtà. Perciò io non sono neutrale, ma partecipo in prima persona, come in uno psicodramma, ispirato da ciò che sta accadendo di fronte all'obiettivo». L'idea è quella di un cinema artigianale e alla prima persona, con una presenza fisica, espressa attraverso la scelta di adoperare (Losier è spessissimo l'operatrice dei sui film), perlopiù una Bolex, una cinepresa 16mm, proprio per far sentire, attraverso il movimento della ripresa, il suo essere presente nella scena.

I film di Marie Losier sono stati presentati nei festival internazionali più prestigiosi (Berlino, Rotterdam, Tribeca, Lincoln Center, Basilea Art Fair, Copenhagen Film Festival, Harvard Film Archive) e nei maggiori musei (Tate Modern, Whitney Biennale, MoMa, Fondation Cartier, Bozar Museum, PS1), nonché nelle principali cineteche (La Cinematheque Francaise su tutte). Il Museum of Modern Art (MoMA) di New York le dedicherà nel dicembre 2017 la retrospettiva.

I FILM

Broken Blosson (2002 - 10 min)

The Passion of Joan Arc (2002 - 9 min)

The Touch Retouched (2002 – 6 min)

Bird, Bath, and Beyond (2003 – 13 min)

Lunch Break on the Xerox Machine (2003 – 3 min)

Electrocute Your Stars (2004 – 10 min)

Eat My Makeup! (2005 – 6 min)

The Ontological Cowboy (2005 - 15min)

Flyng Saucey! (2006 - 9 min)

Manuelle Labor (2007 – 10 min)

Tony Conrad, Dreaminimalist (2008 – 27 min)

Papal Broken Dance (2009 – 6 min)

Cet Air La (2010 – 3 min)

Slap the Gondola! (2010 – 15 min)

The Ballad of Genesis and Lady Jaye (2011 – 72 min)

Buyn, Objet Trouve? (2012 – 6 min)

Alan Vega, Just a Million Dreams (2014 - 15 min)

Bim, Bam, Boom, Las Luchas Morenas! (2014 - 20 min)

Ermaphrodite (2014 – 4 min)

Peaches and Jesper are on a boat, who stays afloat? (2014 -5 min)

L’Oiseau de la Nuit (2015 – 20 min)

Orlan and Genesis (2016 – 5 min)