La finale dei mondiali di calcio 2006 tra Italia e Francia si trasforma nello scenario ideale per un documentario ironico e affettuoso sulla natura umana. Dieci operatori a Parigi e altrettanti a Roma filmano i tifosi delle rispettive nazionali nei loro appartamenti e nei luoghi pubblici di ritrovo. Slanci di entusiasmo si alternano a moti d'aggressività e cadute nella disperazione. Un documentario eccentrico, instant film che restituisce allo spettatore (sportivo, ma non solo) la propria, sfaccettata immagine.

"Dopo East of Paradise pensavo di aver raggiunto un traguardo, oltre il quale era molto difficile andare. Ho persino pensato che non avrei più fatto niente, cinematograficamente parlando. Il film sul calcio mi ha aiutato, da questo punto di vista. Era un mercoledì e la domenica successiva si sarebbe giocata la finale tra Italia e Francia. Mancavano pochissimi giorni e ci è venuta l'idea di filmare la partita riprendendo gli spettatori delle due fazioni, a Roma e a Parigi. Si è trattata di una sfida totale, perché il tempo a disposizione era pochissimo. Probabilmente se avessi avuto più tempo per pensarci ci avrei rinunciato, considerandola un'assurdità, ma visto che mancavano pochi giorni è stato tutto rapido, immediato".