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YES DI NADAV LAPID
FUORI CONCORSO A FILMMAKER 2025
Y. è un musicista jazz, la sua compagna Yasmine una danzatrice. Vivono tra feste, potere e denaro, immersi nell’euforia complice di Tel Aviv, dove dire sempre sì è la regola. Yes come l’iniziale del suo nome, ma anche come principio di vita. Insieme si vendono arte, anima e corpo, risucchiati da una perenne eccitazione. Al figlio di pochi mesi Y. ripete: «La sottomissione è felicità». Così quando, all'indomani del 7 ottobre, gli chiedono di comporre un nuovo inno che celebri il genocidio a Gaza e la grandezza di Israele dice di nuovo di sì. Con YES, Nadav Lapid, voce di un dissenso aspro, non amato nel suo Paese e oggi in posizione scomoda anche fuori, firma un film radicale che guarda Israele da dentro. Il suo è un racconto dall'interno del Paese dopo il 7 ottobre che ne svela l'oscenità di una costante indifferenza, che interroga non solo gli artisti e la loro mancata assunzione di posizioni critiche (se non il servilismo) ma anche tutti coloro che pur non identificandosi con la retorica guerrafondaia davanti alle news da Gaza - come fanno i due protagonisti – preferiscono pensare ad altro. La domanda attraversa tutto il film: come girare in Israele oggi? Non un esercizio teorico, ma una scelta di campo. Lapid la compie, senza compromessi, con un cinema punk, lucido, necessario. YES è stato presentato in anteprima alla Quinzaine des Cinéastes di Cannes 2025 e sarà proiettato fuori concorso a Filmmaker Festival 2025 (Milano, 15–23 novembre). Abbonati ora e vivi nove giorni di cinema, idee e libertà su filmmakerfest.com
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