"La sua era una pratica eminentemente politica, improntata alla comprensione della complessità della società capitalistica avanzata e alla critica dell'esistente, strategicamente contrapposta alle idee e alle forme del cinema dominante, insofferente verso qualsiasi forma di censura e dedicata all'esplorazione dei limiti, all'espansione degli orizzonti percettivi e culturali. Essere scomodi, interrogare il potere e smascherare i suoi codici, essere “sabbia, non olio, negli ingranaggi del mondo”, come recitano i versi di una poesia di Günter Eich che Vogel aveva eletto a credo esistenziale e professionale." (Tommaso Isabella)