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SANS SOLEIL - IL PROGRAMMA CINEMATOGRAFICO A SANTARCANGELO

SANS SOLEIL - VISIONI RARE E NON IDENTIFICATE a cura di Filmmaker Festival

FILMMAKER FESTIVAL a Santarcangelo Festival [15/19 luglio 2020] non curerà soltanto il progetto "Transfert per Kamera" ma anche la programmazione di "Sans Soleil", il palinsesto di proiezioni cinematografiche che ogni sera, dalle 21.30 alle 24.00, proporrà in Piazza Ganganelli una selezione di "visioni rare e non identificate" smaniose di compenetrarsi, di fondersi con quanto accadrà loro attorno.

15 - 19 luglio
ogni sera alle 21.30
ingresso gratuito
Piazza Ganganelli
 
PROGRAMMA DAY BY DAY
 
> 15 luglio
 
Work in progress per un film documentario S50 di Michele Mellara, Alessandro Rossi (Mammut Film)
Un documentario che racconti 50 anni di Santarcangelo Festival è un’impresa complessa e affascinante. Centinaia di spettacoli, compagnie, parole, incontri, passioni, delusioni, tempeste. Dal teatro politico/popolare dei primi anni ’70 al teatro delle compagnie e al Terzo Teatro degli anni ’80, dal teatro dell’attore al teatro della performance, e infine al Festival senza teatro: il festival delle arti. Santarcangelo è uno specchio fedele delle tendenze dell’arte performativa del nostro paese, di quanto siano cambiate negli anni, e con loro l’idea stessa di cultura, rappresentazione, evento pubblico. Raccontarlo significa raccontare un pezzo significativo della nostra storia, artistica e sociale e capire in quale futuro cammineremo.
 
Michele Mellara e Alessandro Rossi lavorano insieme in un solido sodalizio artistico da circa vent’anni. Hanno realizzato documentari sui grandi temi del diritto alla salute (Le vie dei farmaci; Vivere, che rischio), della globalizzazione (God save the green; I’m in love with my car). I loro film sono stati proiettati e trasmessi in tutto il mondo ricevendo premi e alimentando partecipate discussioni.Mammut Film è tra le principali società di produzione di documentari dell’Emilia Romagna, attiva da 15 anni principalmente nella produzione dei film di Mellara e Rossi e di altri importanti registi. Ilaria Malagutti è la responsabile delle produzioni per la società.
 
* di Johann Lurf (Austria 2017 – 99 min)
«E quindi uscimmo a riveder le stelle». Dopo mesi barricati, finalmente un momento di pura felicità dello sguardo: tornare ad ammirare una magnifica notte stellata, non soltanto sopra di noi ma anche di fronte; è questo l’incanto che ci regala di Johann Lurf, una raccolta di firmamenti che attraversa la storia del cinema (dall’epoca del muto ai giorni nostri, all’incirca 550 film, ripresi solo per estratti, presentati in ordine rigorosamente cronologico e puntualmente elencati in chiusura), una vertiginosa sinfonia visiva capace di liberare i pensieri e lasciarli divagare, un catalogo purissimo e volutamente inconcluso, che attende tutte le immagini ancora non girate, tutte le stelle ancora da vedere e inquadrare.

Johann Lurf (Vienna, 1982) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Vienna e alla Slade School of Art di Londra. Nel 2009 si laurea nel corso di cinema di Harun Farocki. Nel 2011 riceve una borsa dello Stato austriaco per Video e Media Art e partecipa al programma MAK-Schindler Artist-in-Residence a Los Angeles. È artist in residence allo School of the Art Institute di Chicago e riceve dallo Stato austriaco l’Oustanding artist award nella categoria “film sperimentale”. I suoi lavori sono stati presentati in mostre personali, collettive e in numerosi festival internazionali, tra i quali: Rotterdam International Film Festival, Toronto International Film Festival, Viennale, Berlinale-Forum Expanded, Oberhausen Kurzfilmtage, Cinéma du Réel, FID Marseille.
 
> 16 luglio
 
ATLANTE 1783 di Maria Giovanna Cicciari (Italia 2016 – 25 min)
Il 6 febbraio del 1783, nel cuore della notte, Goethe mette in guardia il suo cameriere dicendogli: «Ascolta, noi siamo in momento solenne; e in questo istante v’è stato, o sta per esserci, un terremoto». Che infatti si verifica, colpendo però l’Italia. Cosa rimane oggi di quel sisma? Il cinema, che è una macchina del tempo capace di attraversare e rimontare la Storia, può ritrovarne le tracce, dando modo a suggestioni lontane di riaffacciarsi sotto forma di visioni ritrovate.
 
Maria Giovanna Cicciari (Milano, 1983) vince nel 2012 il premio della giuria al Torino Film Festival con il cortometraggio In nessun luogo resta. Nel 2014 presenta Hyperion a Filmmaker Festival di Milano e nel 2016 Atlante 1783 è selezionato nella sezione Settimana della Critica – SIC@SIC della Mostra del Cinema di Venezia e a Filmmaker Festival di Milano.
 
TRIOKALA di Leandro Picarella (Italia 2015 – 75 min)
Nell’estremo sud della Sicilia, sorgeva Triokala. I greci chiamarono così la città per le “tre cose belle” che la Natura donò a questa terra: la fertilità delle sue campagne, la dolcezza delle acque e l’antica roccaforte. Il passare del tempo ha disperso le tracce di quel mondo antico, che confonde al suo interno magia, religione e superstizione. Un’essenza che, però, si può ritrovare nei volti delle persone che abitano il posto. Non tutto sembra ancora perduto.
 
Leandro Picarella (Agrigento, 1984) tra il 2010 e il 2014 scrive e dirige i primi cortometraggi e alcuni brevi documentari (Cattedrale, Gyruss – a ciascuno il proprio Bach, Desnudez, La salita, Scolpire il tempo, Dio delle Zecche, storia di Danilo Dolci in Sicilia). Nel 2015 realizza Triokala, con cui vince il Premio Movie People al miglior contributo tecnico a Filmmaker Festival. Nel 2018 presenta Epicentro alla Settimana della Critica – SIC@SIC della Mostra del Cinema di Venezia.
 
> 17 luglio
 
IL MONDO O NIENTE di Chiara Caterina (Francia, Italia 2017 – 45 min)
Cristo, non ci sarà mai arrivato, ma il tempo e la Storia, che per secoli l’hanno ignorato, ora, sotto forma di modernità, si insinuano in un Sud Italia che idealmente continuiamo a immaginare come un mondo residuale mentre invece è iperconnesso. Un luogo da contemplare, ricchissimo di amarezza e meraviglia e che, proprio per le sue contraddizioni appare quale vero segno dei tempi a venire, più barbaro e arcaico e futuribile e altro e ancora altro.

Chiara Caterina (Salerno, 1983) nel 2013 vince il Primo premio al Festival Cinema Zero di Trento e il Primo premio nella sezione sperimentale del Festival “A corto di donne” con il cortometraggio Avant la nuit. Il suo primo documentario Il mondo o niente è presentato nel 2017 in concorso al 58 Festival dei Popoli e selezionato, tra gli altri, al 15 Festival du cinéma de Brive, 21 Cinemambiente, 16 Ischia Film Festival, 16 Molise Cinema Film Festival.
 
PIUCCHEPERFETTO di Riccardo Giacconi (Francia, Italia 2019 – 52min)
Come in una matrioska ogni schermo ne contiene un altro o ne è contenuto, l’immagine restituita – sempre diversa, sempre in mutazione – è un riflesso, quello di A., Narciso contemporaneo, colto a contemplarsi nei tanti dispositivi attraverso i quali tenta di fissare, anche solo per un attimo, le sue infinite incarnazioni. Un ombrofago che si libera della propria ombra divorandola. Dietro il suo volto impenetrabile si apre un vuoto affascinante, che nessuna definizione riuscirà mai a colmare.

Riccardo Giacconi (San Severino Marche, 1985) nel 2011 presenta al Torino Film Festiva In Forma Lucrurilor Care Trebuie Sa Vine – Nella Forma delle Cose a Venire. Nel 2013 con Chi ha Lottato con l’Angelo resta Fosforescente partecipa alla Festa del Cinema di Roma. Nel 2015 vince con Entrelezado (2014) il Gran Prix a Fid Marseille il Primo Premio nel concorso Prospettive di Filmmaker Festival di Milano. Due è stato presentato alla Settimana della Critica – SIC@SIC della Mostra del Cinema di Venezia 2017. Con Piuccheperfetto, presentato nel 2019 in anteprima mondiale a Visions du Réel, vince il Premio della Giuria giovani all’ultima edizione di Filmmaker Festival di Milano.
 
> 18 luglio
 
LA CONVOCAZIONE di Enrico Maisto (Italia 2017 – 56 min)
Sessanta cittadini, estratti a sorte da un sistema informatico, prendono posto nell’aula in cui si celebrano i processi della II sezione della Corte d’Assise d’Appello. Chi sono queste persone? Quanto incide la loro opinione sul risultato della sentenza? Provare a riflettere su di loro, su questo strano laboratorio umano dove il comune cittadino si trasforma in espressione della legge significa provare a capire molto di quello che sono i nostri sentimenti verso la Giustizia.

Enrico Maisto (Milano, 1988) nel 2014 presenta al Milano Film Festival il suo primo lungometraggio documentario Comandante con cui vince il Premio Aprile. Nel 2015, insieme a Valentina Cicogna, vince il Premio Solinas Documentario con La Convocazione. Il film viene presentato in anteprima mondiale al Festival dei Popoli 2017 dove vince il Premio del Pubblico e il Premio al Miglior Mediometraggio all’Hot Docs Canadian International Documentary Festival.
 
BENE! QUATTRO DIVERSI MODI DI MORIRE IN VERSI (Italia, 1974-1977, colore, video, Parte 1 – 47 min)
 
Bene! Quattro diversi modi di morire in versi. Blok-Majakovskij-Esenin-Pasternak; adattamento testi di C.B. e R. Lerici; traduzioni: I. Ambrogio, R. Poggioli, A. M. Ripellino, B. Carnevali; riduzione, adattamento, regia e voce recitante: C.B.; scene: M. Fiorespino; direttore della fotografia G. Abballe; musiche: di V. Gelmetti; voce solista C.B.; assistente alla regia: C. Tempestini; mixer video: A. Lepore; operatori RVM: M. Nicoletti, E. Piccirilli; produzione RAI; durata 103′, trasmesso in due parti il 27 e 28 ottobre 1977, Rai 2.
 
Bene! Quattro diversi modi di morire in versi è uno dei primi lavori televisivi di Carmelo Bene, andato in onda nell’ottobre del 1977, in due serate su Rai 2 il 27 e 28 ma realizzato nel 1974, lo stesso anno di Amleto (da Shakespeare a Laforgue), subito dopo aver chiuso con Un Amleto di Meno la parentesi cinematografica aperta nel 1968 con Hemitage e Nostra Signora dei Turchi. I diversi modi di morire sono nelle parole di quattro grandi scrittori russi, Majakovskij-Esenin-Blok-Pasternak, riadattate e recitate dalla voce di Bene che cura anche la regia. Girato in video, con musiche di Vittorio Gelmetti, è un’opera esplorativa e di rottura che disintegra la teatralità insita nella televisione frantumando lo spazio/studio mentre ne esalta la fin(i)tezza. I versi dei quattro poeti russi formano un florilegio che ruota intorno alla rivoluzione vista come apocalisse antropologica e culturale con i suoi fuochi fatui e le sue macerie.
Fulvio Baglivi – Fuori Orario cose (mai) viste Rai 3
 
> 19 luglio
 
FELIX IN WONDERLAND di Marie Losier (Francia, Germania 2019 – 49 min)
Felix Kubin suona sin da quando è bambino. Protagonista della scena musicale sperimentale è passato dalla minimal wave al post-punk, dall’avanguardia elettronica al noise contemporaneo. È un inventore di linguaggi, sempre alla ricerca di un suono al di fuori dei generi. Lo stesso fa la filmmaker Marie Losier con le immagini: il loro incontro è all’insegna dell’improvvisazione e della performance, l’incrocio delle loro sensibilità dischiude le porte di un bizzarro Paese delle meraviglie dove gli spettatori sono chiamati alla giocosa condivisione.

Marie Losier (Boulogne-Billancourt, 1972) è filmmaker, artista, curatrice. Figlia del cinema di Jacques Demy e di Georges Franju lo reinventa applicandolo alla pratica del video-ritratto. I suoi “personaggi” sono artisti come Genesis P-Orridge (The Ballad of Genesis and Lady Jaye, 2011) o star della lucha libre (Cassandro, the Exotico!, 2018). Filmmaker Festival le ha dedicato la retrospettiva nel 2016 dove, nel 2019, ha vinto il Primo premio del Concorso internazionale con Felix in Wonderland.
 
BENE! QUATTRO DIVERSI MODI DI MORIRE IN VERSI (Italia, 1974-1977, colore, video, Parte 2 – 49 min)

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INFO
 
per assistere alla proiezione è necessario ritirare il biglietto sullo spazio spettacolo a partire da 1 ora prima dell’inizio
 
è caldamente consigliato presentarsi sullo spazio spettacolo almeno 30 minuti prima dell’inizio (la venue apre 1 ora prima)
 
i biglietti gratuiti sono validi fino a 15 minuti prima dell’inizio dello spettacolo, dopodiché vengono riassegnati