Come convincere un padre recalcitrante a prendere parte attiva a un progetto creativo incentrato sul rapporto intermittente - come le luci stroboscopiche di una discoteca - con la giovane figlia regista?

Tra fotografie che tornano a nuova vita grazie a grafiche fluo, video d'archivio di giovani ticinesi nei locali di fine anni '90, improbabili casting di discotecari invecchiati alle prese con impacciati passi di danza, reenactment in chiave horror che spostano continuamente il baricentro tra finzione e realtà, Disco D(e)ad fonde giocosità e nostalgia per rileggere e, forse, ricostruire un rapporto tra un padre e una figlia altrimenti basato sull'assenza di dialogo. 

Il padre di Lilly, tra il sogno di una vita da dj e le nottate passate a fare il buttafuori, finisce per farsi incarnazione di un'epoca perduta a cavallo tra vecchio e nuovo secolo, di una generazione abituata a spostare più in là ogni complicazione per sposare il disimpegno, che ancora si muoveva tra i rimasugli dell'analogico e i primi bagliori del digitale. 

Realizzato sotto la supervisione di Andrea Caccia e Marco Longo, il primo cortometraggio di Lilly Di Rosa rende possibile, in questo continuo dialogo tra immaginazione e realtà, l'incontro tra un padre e una figlia, entrambi ormai adulti.

Tra quel padre che proprio rivestendo i panni di quel principe delle tenebre che viveva la notte per fugare le responsabilità che gli avrebbe portato il giorno, deve liberarsi da un immaginario vampiresco; e quella figlia che è finalmente chiamata a superare la paura del buio, fosse anche solo per ballare, questa volta insieme, un ultimo pezzo house sotto una volta di stelle stroboscopiche. 

— Lara Casirati
 

Lilly Di Rosa (Locarno, 2001), regista italo-svizzera,. sta ultimando gli studi in regia presso il CISA - Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Locarno. 

Disco D(e)ad, il suo primo cortometraggio, si muove tra realtà e finzione e testimonia la sua volontà di esplorare le relazioni interpersonali attraverso la sperimentazione.