Mercoledì 19 novembre — 19.00
Cineteca Arlecchino
Biglietti
Italia | 2025
HD | Colore | 90'
V.O. Italiano, Dialetto barese
REGIA
Fabrizio Bellomo
FOTOGRAFIA
Fabrizio Bellomo
MONTAGGIO
Fabrizio Belluno
SUONO
Fabrizio Bellomo
INTERPRETI
Simone Ciliberti, Rocco Ciliberti e Parasole
PRODUZIONE
Friccicarella Film,
Fabrizio Belluno
CONTATTI
fabriziobellomo@msn.com

“La prima regola per vendere una città sul mercato globale è restituirne un’immagine di entusiasmo compatta, collettiva, in cui ogni individuo rappresenta un atomo di energia vibrante”. Lucia Tozzi lo scrive a riguardo di Milano, o meglio dell’invenzione di Milano; ma quel modello, come la cronaca recente ha raccontato che già qui è stato importato, può essere replicato, così da espandere a livello nazionale un’idea di spazio urbano liber(ist)a & progressista. E chi abita questo spazio deve obbedire e conformarsi: essere uguale agli altri nel consumare, nell’essere felice, nell’essere libero. Pena l’emarginazione.
Come accade a Simone, già protagonista 11 anni fa - allora ritratto insieme agli altri uomini della famiglia Ciliberti - del precedente L’albero di trasmissione, costretto a dismettere il proprio laboratorio-officina e con esso le sue creazioni di rottami, emblemi di un’inventiva antiproduttiva, di un’utopia fragile ma realizzata. Sembra però che vivere ai margini del presente, in una precarietà che è scelta e non una sciagura, sia ormai una libertà non è più consentita. Questo nuovo lavoro di Fabrizio Bellomo è un film biografico (su un uomo, un anticonformista e sul suo quartiere), che è al tempo stesso un sequel e a sua volta un film nel film, ma anche e soprattutto una riflessione sul ruolo del cinema verso i soggetti che racconta e sul mandato umanista del documentario. Un film che ci chiede d'interrogarci su cosa dobbiamo ricordare, preservare, raccontare. E da quale distanza farlo.
— Matteo Marelli
Fabrizio Bellomo (Bari,1982) ho partecipato alla 16a e alla 19a edizione del Padiglione Italia della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, prima con il progetto Villaggio Cavatrulli e successivamente con l’installazione Abito Mari, commissionata dalla Fondazione Menna di Salerno. Con Commedia all'italiana (2021) ha vinto il Premio Speciale della Giuria nella sezione Italiana.doc del Torino film festival.
Tra le mostre personali si segnalano: Meccanicismo (2018) al KCB di Belgrado, ‘Nziembru (2024) alla Fondazione Elpis di Milano e Abito Mari (2025) al GOCAT di Tirana. Ha esposto al MACRO di Roma, alla Triennale di Milano, alle Scuderie del Quirinale di Roma,alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, al Kreuzberg Pavillon di Berlino.Ha sviluppato progetti in collaborazione con (o su commissione di) diverse istituzioni, tra cui: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Forma, Careof, Fondazione Elpis & Galleria Continua.