DATA - ORA
CINEMA
Biglietti
Francia, Iran, Palestina | 2025
Formati vari |Colore |110'
V.O. Inglese
REGIA
Sepideh Farsi
FOTOGRAFIA
Sepideh Farsi
MONTAGGIO
Sepideh Farsi, Farahnaz Sharifi
SUONO
Pierre Carrasco
INTERPRETI
Fatma Hassona
PRODUZIONE
Reve d'eau productions, 24images
MUSICA
Cinna Peyghami
CONTATTI
info@justwanted.it
www.wantedcinema.eu

Quando Sepideh Farsi inizia a documentare la guerra a Gaza prova a entrare nella Striscia ma nessun accesso viene permesso dall''esercito israeliano. Un amico palestinese la mette in contatto con Fatma Hassona, una giovane fotografa e giornalista palestinese che vive a Gaza, le due donne iniziano conversazione a distanza, filmata, che va avanti per oltre duecento giorni. Fatma da quando è cominciata la guerra raccoglie immagini, fotografie con cui documenta, cerca di costruire un archivio che sarà una memoria dei luoghi, dei suoi abitanti, del quartiere dove abita, degli altri che giorno dopo giorno vengono distrutti dalle bombe israeliane. E delle persone costrette a andare via o uccise. Anche fra quegli schermi su cui Sepideh e Fatma appaiono, disturbati dalla connessione incerta, si manifesta un quotidiano invisibile nelle news e nella narrazione dominante sul conflitto che unisce forza, paura, resilienza.
I giorni passano, le immagini si sovrappongono, gli schermi si moltiplicano; le comunicazioni diventano molto difficili, Israele cerca con ogni mezzo di isolare Gaza dal mondo. Le parole di Fatem, come la chiamano gli amici sfidano la ferocia di quell'assedio con la loro energia. Altre volte invece appare distratta, preoccupata. La fame aumenta, gli aiuti sono bloccati. Il telefono riprende la regista che rifilma con una piccola camera. Fatima si alza e apre al suo gatto, ascolta qualcuno nella stanza accanto. La stanchezza è ogni giorno più forte come la violenza, la morte.
Eppure Fatma continua a tenere aperta questa finestra – attraverso la quale far uscire l’orrore che accade, è una crepa, e un documento che ci parla e ci interroga, a volte nello sconforto, più spesso col sorriso. «È difficile, molto» ripete allargando l’immagine in quella stanza, da cui sul suo volto si intuisce l'esterno, il fuoricampo che le sue fotografie hanno fermato oltre il tempo.
Il 16 aprile, poco prima della presentazione del film al Festival di Cannes, nella sezione ACID, Fatma viene uccisa con tutta la sua famiglia, nove persone dall'esercito israeliano, avrebbe compiuto di lì a poco venticinque anni. Il segno del film cambia repentinamente.
Di Fatma però resta l'immagine, sorridente, piena di forza malgrado tutto, che nel film si fa presenza tangibile e testimonianza di tutte e tutti i palestinesi che ancora continuano a rimanere invisibili.
— Cristina Piccino
Sepideh Farsi (Teheran, 1965) lascia l'Iran nel 1985 e si stabilisce a Parigi dove studia matematica. Inizia a lavorare con la fotografia per poi passare al cinema. Uno dei suoi primi lavori, Il mondo è la mia casa è dedicato alla diaspora iraniana.
Autrice di una quindicina di opere tra documentari, fiction e animazione, fra cui: Il viaggio di Maryam (2003); Teheran senza autorizzazione (2009); Red Rose (2014) sulla rivoluzione dell'Onda Verde; La Sirène (2022), dedicato alla guerra Iran-Iraq. Sta lavorando a un western iraniano e a una graphic novel autobiografica, Mémoires d’une fille pas rangée (Memorie di una ragazza disordinata).