Sabato 22 novembre — 19.30
Cineteca Arlecchino
Biglietti
UK, Francia, Canada | 2025
16mm | Colore e B/N | 98’
V.O. Inglese, Catalano
REGIA
Ben Rivers
SCENEGGIATURA
Ben Rivers
FOTOGRAFIA
Ben Rivers
Carmen Pellon
MONTAGGIO
Armilia Aripin
Ben Rivers
SUONO
Dana Farzanehpour
Philippe Ciompi
Ben Rivers
INTERPRETI
Moon Guo Barker
PRODUTTORI
Ben Rivers
Andrea Queralt
Aonan Yang
Andreas Mendritzki
Fabrizio Polpettini
François Bonenfant
PRODUZIONE
Urth Films
4A4 Productions
La Bête
Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains
GreenGround Productions
CONTATTI
info@rediancefilms.com

“Abbiamo il mito a proteggerci quando la storia impazzisce”. Una landa desolata e post-apocalittica ai confini del tempo e dello spazio, un luogo al contempo all'inizio e alla fine del mondo, dove tutti gli adulti sono scomparsi. È qui che la piccola Moon si ritrova a vagare, in un viaggio a tappe che si alterna fra i colori e il bianco e nero. Ad aprire e suddividere i cinque capitoli che compongono Mare’s Nest dei cartelli con delle scritte bianche, in gesso, su fondo nero, un chiaro richiamo sia al mondo dei bambini ma anche al cinema del periodo muto.
Non si tratta di un caso, Mare’s Nest è anche un percorso in sottrazione sul senso delle parole e su come esse vadano a formare la realtà che ci circonda. Partendo da una presenza carica e un uso abbondante dei dialoghi, andando avanti nel viaggio di Moon questi ultimi tendono infatti a decadere fino a scomparire, lasciando spazio all’essenza delle cose, che a loro volta perdono il loro significato che le teneva incatenate al passato e al vecchio mondo. Il regista e artista britannico si è ispirato alla pièce teatrale di Don De Lillo – al quale ha chiesto direttamente la sua benedizione per l’adattamento – The Word for Snow (2007), un’opera complessa che aveva già al suo interno un ragionamento legato alle parole e al loro significato, ma che contiene soprattutto una profonda riflessione sulla crisi climatica e il futuro del pianeta. Sono tutte caratteristiche che il film ha volutamente ereditato e che l'autore è riuscito ad amplificare attraverso i numerosi incontri che si susseguono lungo il viaggio della piccola protagonista. A cominciare da un saggio e dal suo traduttore dentro una baita di montagna, tutti i coetanei di cui via via la bambina fa conoscenza le mostrano nuove e diverse possibilità di vita e di futuro. In questa poetica distopia si racchiude dunque una speranza: in un mondo senza più i difetti degli adulti tutto può essere ricostruito, forse questa volta in pace.
— Niccolò Della Seta Issaa
Ben Rivers (Somerset,1972) è un artista e regista con base a Londra. Nella sua carriera ha realizzato circa 40 cortometraggi e lungometraggi. Il suo stile registico si colloca a metà strada tra il documentario e la finzione. Ha vinto il secondo EYE Art Film Prize nel 2016 e il Premio FIPRESCI alla 68ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per il suo primo lungometraggio Two Years at Sea (2011). Recentemente è stata dedicata una retrospettiva alle sue opere al Jeu de Paume di Parigi.
Nel 2019 ha collaborato con l'autrice thailandese Anocha Suwichakornpong al film Krabi, 2562. Il suo ultimo lungometraggio, Bogancloch, è stato presentato in anteprima nella competizione principale di Locarno e ha vinto il secondo premio per il miglior lungometraggio al Festival dei Popoli e il Prix Nouvelles Vagues al Festival International du Film de La Roche-sur-Yon.
Mare's Nest, con il quale si è aggiudicato il Pardo verde, segna la sua terza partecipazione alla competizione principale di Locarno.