Lunedì 17 novembre — 21.15
Cineteca Arlecchino
Biglietti
Italia | 2024
4K | Colore | 23’
No dialoghi
REGIA
Adrian Paci
SCENEGGIATURA
Adrian Paci
FOTOGRAFIA
Erfort Kuke
MONTAGGIO
Erfort Kuke
SUONO
Admir Shkurtaj
MUSICHE
Admir Shkurtaj
PRODUZIONE
Laminazione Sottile, Kube Studios
CONTATTI
contact@kubestudios.com

Catturare l’essenza della materia con i mezzi del cinema è una sfida antica, che cambia insieme all’evoluzione delle possibilità tecnologiche. La particolarità di Merging Bodies - film realizzato da Adrian Paci su commissione della famiglia Moschini, proprietaria dell’azienda Laminazione Sottile di Caserta, per celebrarne il centenario - è di porsi al crocevia tra interesse scientifico, estetico e sociale con uno sguardo evocativo. La meraviglia viene risvegliata di fronte alle mutevoli declinazioni di un materiale che sa farsi incandescente, brillante, semiliquido, semisolido, rifrangente. Non per magia, certo, ma per il lavoro di una squadra di operai specializzati, anima dell’azienda. Le loro tute argentate rimandano a una immaginaria missione nello spazio, mentre l’oggetto della loro pratica riguarda invece i misteri della Terra: un nesso inscindibile tra cosmo e mondo.
Paci riesce a celebrare l’attività della trasformazione dell’alluminio con uno sguardo che non è mai retorico o fine a se stesso, piuttosto genuinamente curioso e aperto alla sorpresa. Una vera lezione da parte dell’artista albanese, celebre a livello internazionale, che con le sue opere dalla grande potenza visiva, dentro e fuori i musei, è sempre riuscito a intercettare le forze sociali del presente e la loro relazione con l’individuo, come nei lavori che richiamano la ferita aperta delle migrazioni (tra cui il cortometraggio Centro di permanenza temporanea, 2007). Un legame tra parte e tutto che si riflette nell’ecosistema della fabbrica, dove le operazioni delle macchine, la fatica dell’essere umano, la versatilità del materiale e l’apparizione dell’arte sono un tutt’uno. Il risultato è un piccola poesia del lavoro: per quanto le due dimensioni siano spesso inconciliabili, per lo sfruttamento non eludibile, il cinema può farci assaporare l’idea di un reincantamento della propria attività quotidiana.
— Lucrezia Ercolani
Adrian Paci (Scutari, 1969) ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Tirana. Nel 1997 ha lasciato l’Albania in seguito all’inasprirsi della situazione politica. La sua pratica multidisciplinare, che spazia dal video all'installazione, dalla pittura alla fotografia, esplora i temi dell'esilio, dell'identità e dello sfollamento, spesso radicati nella sua esperienza personale. Tra le sue opere più significative figurano Apparizione (2001), Home to Go (2001) e The Column (2013). I suoi lavori sono stati esposti alla Biennale di Venezia, al MoMA PS1, alla Tate Modern e al MAXXI. Durante la sua carriera artistica ha avuto mostre personali in varie istituzioni internazionali come Cukrarna, Ljubljana (2024), Museum of Art, Haifa (2022); Kunsthalle, Krems (2019); Galleria Nazionale delle Arti, Tirana (2019); Chiostri di Sant'Eustorgio, Milano (2017); Museo Novecento, Firenze (2017); MAC, Musée d'Art Contemporain de Montréal (2014); Padiglione d’Arte Contemporanea – PAC, Milano (2014); Jeu de Paume, Paris (2013); National Gallery of Kosovo, Prishtina (2012).