Martedi 19 novembre — 19.30
ARCOBALENO FILM CENTER — SALA 2
Svizzera, 2024
HD, Colore, 64'
V.O. Tedesco, Italiano, Inglese
Regia:
Tommaso Donati
Soggetto
Tommaso Donati con testi e poesie di Robert Walser
Fotografia
Tommaso Donati
Montaggio
Tommaso Donati
Suono
Nicolas Buzzi, Tommaso Donati
Sound design
Massimo Mariani
Interpreti
Yari Bernasconi, Rebecca Schmid, Lukas Gloor, Reto Sorg, Joanna Wicherek, Carla Keller, Elmar Hempel, Maria-Antonia Scherber
Produzione
Noha Film, RSI – Radio Televisione Svizzera Italiana Silvana Bezzola Rigolini
Produttori
Antonio Prata, Riccardo Annoni
Contatti
noha@nohafilm.com
“Mi hanno assegnato un rifugio in campagna, un posticino curato e ricco di ornamenti. Ora vivo in campagna. Abitavo un tempo in piacevoli oziose città, non avevo nulla da fare se non sognare e riposare. Libri e dipinti hanno pur sempre un valore. Abitavo un tempo in piacevoli eleganti graziose città, qui nella vasta campagna svolgo lavori manuali. Libri e dipinti danno la vita perfino a un sempliciotto. Prendo dalla civetteria quel tanto di poesia.”
Lo scritto è di Robert Walser, scrittore e poeta svizzero (1878-1956), autore del sublime La passeggiata. I suoi “microgrammi” sono la materia su cui lavora Tommaso Donati, partendo da una domanda centrale: come mettere in relazione la scrittura poetica con le immagini? Non si tratta di illustrare la scrittura tramite le immagini, ma di giungere a una forma che sappia coglierne visivamente i ritmi, i respiri, le aperture all'immaginazione, e soprattutto la libertà poetica che emerge dai dettagli del quotidiano.
Walser scrisse i “microgrammi” durante il suo ricovero nella clinica per malattie nervose di Herisau: una vasta raccolta di foglietti coperti da una calligrafia minuscola, quasi segreta. Questi scritti vennero decifrati grazie al lavoro di Jochen Greven e Martin Jürgens, che ne trassero un romanzo (Il brigante), oltre a racconti e altre opere pubblicate quasi trent'anni dopo.
Il film lavora sul “mistero” di questa scrittura tracciata con una matita “che allevia il gesto di scrivere” - come diceva lo stesso Walser - cercando una corrispondenza fra la dimensione visiva e la leggerezza del tratto, del tocco, dei frammenti che evocano le parole. Si tratta di una leggerezza simile a quella del rifugio naturale in cui Walser si ritirava, celato dietro fitte pagine, quasi a proteggersi dal peso del mondo e a ritrovare uno spirito bambino, un po' infantile e un po' folle.
Le immagini accettano il gioco e provano a cercare questa libertà poetica in una finestra, su un muro, in un albero che assumono altri possibili significati. Le persone che passano davanti alla telecamera rivelano fragilità ed emozioni, mentre la città si muove dentro un tempo sospeso, lasciando intravedere la possibilità di un momento di quiete.
— Cristina Piccino
Tommaso Donati (Lugano, 1988) si è diplomato in regia presso l’EICAR a Parigi. Vive e lavora in Ticino. La sua ricerca combina un approccio narrativo con il cinema documentario e ruota attorno al tema della marginalità. I suoi cortometraggi sono stati proiettati in diversi festival nazionali e internazionali, tra cui il Locarno Film Festival, le Giornate di Soletta, il Torino Film Festival e il Festival dei Popoli. Ha esordito nel lungometraggio documentario con Forma del primo movimento (2022).
Ha partecipato a vari programmi di sviluppo come Berlinale Talents, Zürich Film Academy e Locarno Residency, dove è stato uno dei vincitori nel 2022 con il progetto di lungometraggio di finzione Finestra su una città immaginaria. Fra i suoi altri lavori: L'epoca geniale (2021), Cligne-Musette (2020), Je parle à mes demons (2019), Monte Amiata (2018), Esseri (2017).