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NOVEMBRE 2024
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TARDES DE SOLEDAD di Albert Serra

Sabato 23 novembre — 21.15

CINETECA MILANO ARLECCHINO

BIGLIETTI


 

SPAGNA, FRANCIA, PORTOGALLO, 2024
DCP, Colore, 125'
V.O. Spagnolo
 

Regia
Albert Serra

Fotografia
Artur Tort

Montaggio
Albert Serra, Artur Tort

Suono
Jordi Ribas Surís

Musiche
Ferran Font, Marc Verdaguer

Interpreti
Andrés Roca Rey, Antonio Gutiérrez, Francisco Durán, Francisco Gómez, Manuel Lara

Produzione
Tardes de soledad AIE, Idéale Audiences, Rosa Filmes, Lacima Producciones

Produttori
Pierre-Olivier Bardet, Luis Ferrón, Pedro Palacios, Joaquim Sapinho, Albert Serra, Montse Triola

Contatti
contact@filmsboutique.com

TARDES DE SOLEDAD di Albert Serra

Tardes de soledad è il ritratto di Andrés Roca Rey, torero peruviano di 27 anni, uno dei grandi nomi della corrida moderna, vincitore del premio Torero Revelación 2016, quasi una rock star del settore, e, soprattutto, un personaggio capace di vendere miriadi di biglietti.
Il racconto attraversa le diverse fasi della corrida. Vediamo il momento della vestizione, che ricorda quelle settecentesche degli aristocratici già ritratti da Serra nei suoi film precedenti, in cui i personaggi indossano abiti scomodi e inadatti per svolgere i loro compiti. Cogliamo gli sguardi di rabbia e odio del torero, contrapposti allo sguardo del toro, altrettanto rabbioso, ma rassegnato, costretto suo malgrado a combattere una lotta che non aveva nessuna voglia di combattere.
È proprio lo sguardo del toro che apre il film, diretto verso di noi, testimoni colpevoli e inerti di una lotta crudele e insensata. Per l’uomo è solo una sfida estetica e una sterile dimostrazione di potenza, mentre per l’animale è una lotta per la sopravvivenza. Non c’è relazione tra toro e torero, c’è solo il desiderio omicida dell’uno, contrapposto a un vano tentativo di resistenza da parte dell’altro.
Per realizzare il suo primo documentario, Albert Serra ha girato nelle arene di Bilbao, Madrid, Siviglia e di altre città per tre anni, senza cedere alla tentazione hemingwayana di travestire uno spettacolo che nasce da impulsi rozzi e irrazionali con abiti filosofici. Ma ha cercato comunque la poesia che risiede ovunque: nei vestiti, nelle conversazioni sul minivan al termine delle prove, nelle quali, secondo Serra, si possono trovare echi di Garcia Lorca. E nella fotografia di Artur Tort, con cui ha girato anche i suoi altri film, che ci avvicina così tanto da permetterci di sentire il respiro affannoso e vedere “la plasticità del sangue e della carne”, il sudore che scorre lungo il viso, le macchie di sangue che luccicano sul mantello dell’animale ferito, le feroci smorfie del torero e le voci dei suoi assistenti che lo incitano, ricordandoci che non stiamo guardando un combattimento alla pari, ma quello di una squadra che si accanisce contro un animale che in questo gioco c’entra pochissimo.

— Antonio Pezzuto


Biografia

Albert Serra (Banyoles, 1975) arriva alla regia nel 2003 con Crespià, the Film not the Village, ritratto di un villaggio catalano in estate, a cui fanno seguito Honor de cavalleria (2006) e El cant dels ocells (2008), nei quali rilegge il Don Chisciotte della Mancia e la storia della Natività. Nel 2010 realizza Els noms de Crist, una serie televisiva in 14 episodi, commissionata dal MACBA di Barcellona. El Senyor ha fet en mi meravelles (2011), una sorta di making-of di un film che non esiste, precede Història de la meva mort (2013), rivisitazione del mito di Casanova – che si incontra con quello di Dracula – e vincitore del Pardo d'Oro al Festival di Locarno. Nel 2015 firma un’installazione della durata di 780 minuti sulle origini del Sacro (Singularity), proiettata come evento collaterale alla 56ª Biennale d'Arte di Venezia. Nel 2016 realizza La Mort de Louis XIV, interpretato, tra gli altri, da Jean-Pierre Léaud, a cui segue Roi Soleil (2018). Nel 2019 presenta a Cannes Liberté, con cui vince il Premio Speciale della Giuria. Nel 2022 è di nuovo a Cannes nel concorso ufficiale con Pacifiction - Tourment sur les îles. Tardes de soledad, presentato al Festival di San Sebastián, ha vinto la Concha de Oro per il miglior film.


 

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