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16 - 24
NOVEMBRE 2024
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CONCORSO INTERNAZIONALE
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FAVORITEN di Ruth Beckermann

Domenica 17 novembre — 18.30

CINETECA MILANO ARLECCHINO

ALLA PRESENZA DELL'AUTRICE

BIGLIETTI


 

PRIMA ITALIANA

Austria, 2024
4K, Colore, 118'
V.O. Tedesco

Regia
Ruth Beckermann

Sceneggiatura
Ruth Beckermann, Elisabeth Menasse

Fotografia
Johannes Hammel

Montaggio
Dieter Pichler

Suono
Andreas Hamza

Produzione
Ruth Beckermann Filmproduktion

Contatti
sekterariat@ruthbeckermann.com

FAVORITEN di Ruth Beckermann

Favoriten è il nome di una zona operaia di Vienna oggi abitata in gran parte da lavoratori migranti dai Balcani e dalla Turchia. Un universo quasi parallelo dove il tedesco è parlato poco e la questione dell'integrazione appare molto complessa. È qui che la regista pone il suo sguardo filmando per tre anni la classe di una grande scuola elementare del quartiere: venticinque bambini fra i sette e i dieci anni guidati nei passaggi fondamentali della crescita dalla infaticabile maestra, Ilkay Idilskut, che cerca di dare loro gli strumenti e le possibilità per realizzare un futuro.
Melissa, Beid, Hafsa, Mohammad e le loro compagne e compagni vengono da luoghi diversi, portano con sé tradizioni e culture che spesso entrano in conflitto, e soprattutto come il 60% degli alunni nelle scuole austriache non parlano il tedesco come prima lingua – anzi diversi tra loro non lo parlano quasi. Ma la lingua per quel futuro è lo strumento principale col quale affermare le proprie esigenze e confrontarsi con il Paese in cui abitano “alla pari”, riuscendo cioè a trovare un equilibrio nelle differenze fra quella che è la realtà familiare e quanto li circonda. Il sistema scolastico però non è attrezzato per fare fronte a questa situazione, i presidi sono costretti a tagli costanti, la maestra è sola, e nonostante la sua appassionata energia a volte sembra non farcela.
Beckermann pone la macchina da presa a altezza di bambino e costruisce la sua narrazione nei cambiamenti prodotti attraverso il tempo dal processo di apprendimento e di crescita nei quali entrano anche i problemi del sistema scolastico in Austria che ne restringono gli orizzonti. Ma è soprattutto la scommessa del possibile racchiusa nell'infanzia che prende vita giorno dopo giorno in questo microcosmo dove si manifestano questioni come migrazione o identità che attraversano le società europee; e che qui si manifestano con immediatezza nelle conversazioni dei ragazzini, quando parlano di religione, dei rifugiati o se le donne possono o meno indossare il bikini.
A un certo punto la regista cambia prospettiva, e affida ai protagonisti degli smartphone per filmarsi liberando ancora di più le parole dei loro sogni e delle loro visioni del mondo, delle battaglie e di un'avventura che è la vita. Cosa accadrà dopo è incerto, rimane invece la consapevolezza dell'importanza di questo lavoro pedagogico come scommessa di un mondo a venire capace di dare a ogni persona uno spazio senza pregiudizi, e l'utopia di una speranza.

— Cristina Piccino


Biografia

Ruth Beckermann (Vienna, 1952) ha studiato giornalismo e storia dell'arte fra Vienna, Tel Aviv e New York lavorando per diverse riviste austriache e svizzere. Nel 1977, insieme a Josef Aichholzer e Franz Grafl, realizza Arena Squatted, sull'occupazione del macello Arena a Vienna. Nel 1978 è cofondatrice della casa di distribuzione Filmladen. È anche cofondatrice dell’Associazione austriaca dei documentaristi e degli artisti cinematografici. Con Return to Vienna (1983) dà il via a una trilogia in cui riflette sulla memoria e l'identità della cultura ebraica in relazione alla storia collettiva, completata da The Paper Bridge (1987) e Towards Jerusalem (1991). Temi questi che continuerà a indagare in altri film quali East of War (1996); Homemad(e) (2001); Zorro's Bar Mitzvah (2006).
The Dreamed One (2016), ispirato al carteggio amoroso tra Ingeborg Bachmann e Paul Celan, ha vinto Filmmaker 2016. Nel 2019 realizza Waldheims Walzer sui rimossi storici dell'Austria post-seconda guerra mondiale, e nel 2022 Mutznebacher dall'omonimo romanzo “scandaloso” uscito in Austria agli inizi del '900 in forma anonima – poi attribuito all'autore di Bambi Felix Salten. Lo stesso anno, Filmmaker le ha dedicato la prima retrospettiva italiana.


 

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