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16 - 24
NOVEMBRE 2024
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CONCORSO INTERNAZIONALE
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BEING JOHN SMITH di John Smith

Lunedi 18 novembre — 21.30

ARCOBALENO FILM CENTER - Sala 2

BIGLIETTI


PRIMA ITALIANA

 

Gran Bretagna, 2024
video HD, Colore, B/N, 27’

V.O. Inglese

Regia
John Smith

Sceneggiatura
John Smith

Fotografia
John Smith

Montaggio
John Smith

Suono
Philippe Ciompi, John Smith

Produzione
John Smith Films

Contatti
info@johnsmithfilms.com

BEING JOHN SMITH di John Smith

Quanto influenza ha nella nostra vita il nome che ci è stato dato dai nostri genitori? John Smith, leggenda dell’avanguardia inglese, dopo una carriera che dura da quasi mezzo secolo e una filmografia che comprende oltre 60 film, oltrepassata la soglia dei suoi 70 anni, riflette su questo e su quanto la banalità del proprio nome, il nome più comune tra tutti i nomi britannici, lo abbia influenzato nel suo modo di essere e di fare arte.
Da bambino gli hanno affibbiato molti soprannomi: Big John alle elementari perché era il più alto della sua classe, e poi Piddly Smith alle superiori quando improvvisamente ha smesso di crescere, ed è diventato uno dei più bassi venendo bullizzato dai suoi compagni. Per infine diventare Pid Smith quando, diventato più grande, è riuscito ad entrare nella gang della scuola.
Ma, per il mondo dell’arte, lui è sempre stato solo John Smith, e quando ha pensato che forse sarebbe stato il caso di trovare uno pseudonimo, era ormai troppo tardi.
Difficilissimo cercare informazioni su di lui online se non conosciamo il nome di uno dei suoi film. Se lo si cerca su Google con il suo nome avremo 35 milioni di risultati. Solo in Gran Bretagna ci sono oltre trentamila John Smith.
Attraverso le fotografie che ritraggono i genitori, le origini a Walthamstow, il quartiere “lower middle class” di Londra nel quale è nato, i suoi compagni di classe, personaggi storici e semplicemente degli omonimi, ma anche con le immagini della malattia che lo ha bloccato negli ultimi anni, viene costruito un racconto narrato con lo stile che lo ha reso inconfondibile: l’uso della parola, sempre al confine tra ironia e malinconia, il gioco tra il vero e il falso, tra quello che le immagini non possono dire, e quello che potrebbero evocare.
Ma facendo un film su se stessi senza pensare a ciò che ci sta intorno si corre il rischio di realizzare un esercizio solipsistico, e “Essere John Smith” non è solo avere un nome comune, ma è anche essere un artista che dà un valore politico al proprio lavoro e al proprio esistere. E non è vero che più si diventa anziani, più si diventa conservatori.

 

— Antonio Pezzuto


Biografia

John Smith (Londra, 1952), ha studiato cinema al Royal College of Art, diventando membro attivo del London Filmmakers’ Co-op. Dal 1972, ha realizzato oltre 60 film, video e installazioni, che sono stati mostrati nei cinema, gallerie, musei e televisioni di tutto il mondo. Ha ricevuto il Paul Hamlyn Foundation Award for Artists nel 2011, e nel 2013 ha vinto il Film London’s Jarman Award. È Emeritus Professor di Fine Art all’University of East London. Su di lui sono state realizzate numerose retrospettive (dai Festival, per esempio, di Oberhausen, Tampere, Leipzig, St. Petersburg, Madrid, La Rochelle, Parigi, Lussas), ed i suoi film sono presenti nelle collezioni della Tate Gallery, dell’Arts Council England, del MoMA New York e del Kunstmuseum Magdeburg.
Tra i suoi lavori più conosciuti ricordiamo The Girl Chewing Gum (1976); The Black Tower (1987); Hotel Diaries (2001-2007), realizzato in sei anni negli hotel di sei paesi diversi, che traccia l'era della "Guerra al terrorismo" di Bush e Blair attraverso una serie di registrazioni video che mettono in relazione i conflitti in corso con le esperienze personali dell'autore durante il viaggio.


 

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