Venerdì 22 novembre — 19.00
CINETECA MILANO ARLECCHINO
ALLA PRESENZA DELL'AUTORE
PRIMA ITALIANA
Francia, 2024
1,85:1, Colore, 143’
V.O. Francese
Regia
Nicolas Philibert
Fotografia
Nicolas Philibert
Montaggio
Nicolas Philibert
Suono
Erik Ménard
Musiche
Sara Murcia e Magic Malik da L'Ode alla gioia di Ludwig van Beethoven
Produzione
TS Productions con France Télévision, Le Films du Losange
Produttori
Miléna Poylo & Gilles Sacuto, Céline Loiseau
Contatti
distribution@wonderpictures.it
L’ospedale Esquirol, all’interno del Polo psichiatrico Paris Centre in passato conosciuto come l’Asilo Chareton: è qui che si svolge questo nuovo capitolo della trilogia che il regista dedica alla cura dopo Sur l'Adamant (Orso d'oro alla Berlinale nel 2023) del quale ritrova alcune figure. Il punto di partenza è ancora una volta la psichiatria - un tema ricorrente nel cinema di Philibert, già in Le moindre de choses (1997) fino a La machine à écrire et autres sources de tracas (2024), la cui indagine va oltre il semplice lavoro d’inchiesta. Dalle voci e dalle situazioni si comprende come i tagli alla sanità pubblica abbiano prosciugato un importante sostegno alla cura, ma è soprattutto la parola, nella sua relazione con l’immagine al centro della narrazione, in cui si alternano quelle esperienze che dialogano con le nostre certezze, le fragilità di chiunque, le fratture del presente rendendo il confine della “malattia” molto più fluido di quanto si pensi.
Cosa racconta dunque Averroès & Rosa Parks? Nel dispositivo dell'incontro tra pazienti e curanti ascoltiamo le storie dei primi di fronte alle quali questi ultimi cercano un gesto e un’attenzione con cui resistere all’anonimato dell’indifferenza e della fretta, affermando una pratica della cura che riguarda l'intera comunità. Nelle voci di chi è approdato lì in cerca di un sostegno è come se venisse messa in discussione la realtà di oggi, quelle angosce amplificano le ansie di ciascuno, il lavoro, la casa, la possibilità di vivere decentemente, il desiderio di cambiare le cose – come il docente che non accetta lo svilimento del sistema scolastico – la paura delle guerre, l’incertezza sul futuro. Philibert si pone in ascolto, la sua presenza è dichiarata ma senza invadere mai lo spazio altrui interrogando invece costantemente il proprio ruolo di regista e quello della macchina da presa. Un magnifico gesto del filmare che si fa anch’esso cura.
— Cristina Piccino
Nicolas Philibert (Nancy, 1951) dopo gli studi in filosofia inizia a lavorare nel cinema come assistente regista di René Allio e Alain Tanner. Nel 1978 co-dirige insieme a Gérard Mordillat La Voix de son maître, e dal 1985 all’88 realizza per la televisione una serie di ritratti di uomini sportivi. La ville Louvre (1990), girato nel museo francese senza visitatori, è il suo primo lungometraggio documentario. Il successivo Le pays des sourds (1992) viene selezionato al Festival di Locarno. Nel 2002 realizza Être et avoir che, presentato fuori concorso al Festival di Cannes, ottiene un enorme successo in Francia e nel mondo. Del 2006 è Retour en Normandie, vincitore del premio César al miglior documentario. A questo seguono Nénette (2010); La maison de la radio (2012); De chaque instant (2018), premiato a Filmmaker. Con Sur l'Adamant (2023) ha vinto l'Orso d'oro alla Berlinale.