Giovedì 21 novembre — 19.30
ARCOBALENO FILM CENTER - Sala 2
?ALLA PRESENZA DELL'AUTORE
PRIMA MONDIALE
Italia, 2024
Digital, MOV, 1920x1080
Colore, 6’
V.O. italiano
Regia
Luca Pallaro
Fotografia
Chiara Tenconi
Montaggio
Luca Pallaro
Suono
Emanuele Moroni
Produttore
Luca Pallaro
Contatti
Lucapalla00@gmail.com
Una malattia degenerativa agli occhi farà diventare cieco un ragazzo. Non ha nome, non ha identità, non ha corpo, come tutto quello che (non) vede più attorno a sé. Una condizione che ci rimanda al testo sulla cecità per eccellenza, quello di Josè Saramago, dove non ci sono nomi, e tutto è identificato tramite espressioni impersonali; così in Cieco, ogni cosa vista con gli occhi malati del protagonista è solo sagoma abbozzata.
Questa nuova condizione rende il ragazzo una sorta di coscienza parlante e pensante intrappolata in un involucro di corpo non più autonomo, consegnato alle cure dei medici e alle visite dei parenti, mentre tutto attorno sfuma in macchie di luce e colore caleidoscopiche.
È dai tempi della Metafisica di Aristotele che la vista ha acquisito la sua supremazia tirannica sugli altri sensi, ai fini della conoscenza. Ma la vista chiara e definita, il guardare retinico, notavano Ghirri e Celati nei viaggi per la nebbiosa valle del Po, è confinata su una dimensione superficiale, tutta volta a un afferramento del reale di tipo predatorio. Questa produce visioni dai contorni netti, letteralmente risolute nel proprio intento definitorio. Tale risolutezza ha quindi la presunzione di mostrare gli oggetti con invadenza descrittiva, un’oggettività categorica propria del realismo.
Quando lo sguardo si fa offuscato invece, e la realtà perde la sua nettezza, è possibile scoprire il “vedere figurato della mente”, né più né meno vero dell’altro. Al modello spettacolare tipico dell’estetica iperrealista del cinema industriale, Celati e Ghirri, ispirati dalla “qualsiasità” di Zavattini, ne opponevano uno che rispetta la realtà in quanto non vuole spiegarla, ma si accontenta di presentare il mondo esterno come fenomeno, come serie di apparenze sfuggenti e particolari, antitotalitarie, «così come ci appare nelle percezioni quotidiane qualsiasi».
Ecco dunque che il protagonista si accascia sul letto, e con gli occhi chiusi comincia finalmente ad avere visioni.
— Arianna Tremolanti
Luca Pallaro (Brenno Useria, 2000) si diploma nel 2019 al liceo Artistico “A. Frattini” di Varese con l'indirizzo audiovisivo e multimediale, per poi proseguire la formazione in Cinema presso l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio. Durante l’accademia ha l’occasione di lavorare principalmente come direttore della fotografia ed operatore camera per vari cortometraggi indipendenti, light&grip per spot, corti e film indipendenti. Nel 2023 partecipa al workshop di sviluppo “In Progress” organizzato da Milano Film Network. Equilibri involontari (2023), il suo primo cortometraggio, è selezionato nel Concorso Prospettive di Filmmaker lo stesso anno.