Martedì 19 novembre — 19.00
CINETECA MILANO ARLECCHINO
alla presenza dell'autrice
PRIMA ITALIANA
Francia, 2024
4K, Colore, 105'
V.O. Francese
Regia
Claire Simon
Fotografia
Claire Simon
Montaggio
Luc Forveille
Suono
Nathalie Vidal
Produzione
Les Films Hatari, France 2 Cinéma, Madison Films, Iwaso Films
Produttore
Michel Klein
Contatti
contact@filmsboutique.com
A oltre trent'anni di distanza da Récréations (1993), Claire Simon torna a scuola a filmare i bambini, e il risultato è un film molto diverso. È cambiata la Francia, è cambiata la scuola ma soprattutto è cambiata la direzione della ricerca della regista francese. Se quel film mostrava in diretta la trasformazione di un dispositivo di ricerca comportamentale in una forma poetica con cui sbaragliare convinzioni e luoghi comuni sull’infanzia, Apprendre si apre alla complessità e accoglie nella narrazione anche gli insegnanti che, spesso visti dal basso e talvolta fuori campo, costituiscono un polo dialettico plurale alle espressioni dei giovani studenti.
Girato nella scuola elementare Makarenko a Ivry-sur-Seine, uno dei comuni “rossi” della banlieue parigina – dove era già ambientato Premières Solitudes – il film si sviluppa in ampi capitoli: l’apprendimento della matematica, la lettura ad alta voce, lo spazio libero della ricreazione dove la parola è eletta a elemento regolatore del conflitto; e quindi il confronto con il mondo, l’uscita dai confini della scuola, la gita a Parigi.
Simon sceglie di stare molto vicino ai ragazzi. Non ci sono incertezze nei loro sguardi, tutti accettano senza problemi che l’occhio elettronico della piccola macchina da presa si sieda al banco accanto a loro e che la regista si trovi a condividere la loro voglia di sapere. I ragazzini sono teneri e testardi, a volte accoglienti altre dispettosi, ma tutti interessano a Claire, che trova in loro preziosi semi di cinema. Non materia da plasmare, ma piuttosto custodi di una drammaturgia da rivelare con pazienza e fiducia. Molto bello il gioco tra i ragazzi e le ragazze, con i primi più arroccati a pur molto fragili certezze e le seconde più svelte a cogliere sfumature. Il culmine lo si tocca quando l’argomento in campo è il rapporto tra la fede religiosa e la vita quotidiana: c’è chi fa discendere da dio ogni comportamento e chi distingue la preghiera dalla vita pubblica. Si tratta a tutta evidenza della questione della laicità dello stato, raccontata con esemplare chiarezza ad altezza di bambino.
È in questa capacità di toccare questioni fondamentali con la massima semplicità che si esprime il talento di Simon, la quale si guarda bene dall’esibire e persino di cercare la profondità. Essa semplicemente si manifesta davanti alla macchina da presa in piccoli miracoli che la cineasta è in grado di accogliere e tradurre in una forma filmica intimamente emozionante.
— Luca Mosso
Claire Simon (Londra, 1955) arriva alla regia attraverso il montaggio per orientarsi verso il cinema diretto con la frequentazione degli Ateliers Varan. Si afferma con Récréations (1993) e Coûte que coûte (1996). Nel 1997 realizza il suo primo lungometraggio di finzione, Sinon, oui a cui fanno seguito, tra gli altri, 800 Kilomètres de différence – Romance (2000); Mimi (2002); Ça brule (2006). Nel 2008 con Les bureaux de Dieu ottiene il Grand Prix della SACD alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Lo stesso anno Filmmaker le dedica la prima retrospettiva italiana. Le concours (2016) ha ricevuto il Leone d'Oro Venezia Classici per il Miglior documentario sul cinema. Torna a raccontare i giovanissimi in Premières solitudes (2008) mentre in Vous ne désirez que moi (2021) racconta Marguerite Duras attraverso le parole amorose di Yann Andréa. Notre corps (2023), presentato anche a Filmmaker, ottiene il premio per il Miglior documentario al Torino Film Festival.