venerdì 24 novembre
CINETECA MILANO ARLECCHINO
ore 19.30
prima italiana
Italia, 2023
2K, colore e b/n, 74’
V.O. Italiano e inglese
REGIA
Franco Maresco
Collaborazione alla regia
Germano Maccioni
SCENEGGIATURA
Franco Maresco
Francesco Guttuso
Germano Maccioni
FOTOGRAFIA
Andrea Josè Di Pasquale
Tommaso Lusena De Sarmiento
MONTAGGIO
Francesco Guttuso
Edoardo Morabito
SUONO
Carlo Purpura
Luca Bertolin
INTERPRETI
Joe Lovano
Ravi Coltrane
Salvatore Bonafede
Marcello Pellitteri
Pietro Ciancaglini
PRODUZIONE
Qoomoon
Associazione Lumpen
Eliofilm
PRODUTTORI
Luca Scarabelli
Andrea Josè Di Pasquale
Leando Picarella
Francesco Guttuso
Ugo Polizzi
Federico Maresco
Ariens Damsi
Luigi Mascolo
CONTATTI
Un sassofonista si aggira per una platea vuota, le cicale cantano, ad un certo punto si mette a suonare. Inizia così Lovano Supreme,omaggio diaristico di Franco Maresco al musicista statunitense Joe Lovano di origine, come presto scopriamo, siciliana. Ecco allora che la venuta di Lovano sull’isola, organizzata in occasione di un concerto che si dovrà svolgere a Palermo, prende anche il significato di una scoperta delle radici. Il contatto con i parenti mai visti prima e con gli abitanti dei due piccoli paesi sui Nebrodi da cui era emigrata la famiglia Lovano si tinge di una commozione grottesca: siamo pur sempre in un film di Maresco. Eppure c’è una generosità del musicista – un’attitudine che deriva forse anche da quella venerazione per John Coltrane, con la sua ricerca artistica che va di pari passo a quella spirituale – che permette realmente un incontro con giovani e meno giovani che nell’entroterra siciliano suonano con passione. Nell’omaggiare il sassofonista che omaggia Coltrane e la storia del jazz tutto, la musica si fa medium di elevazione quanto di condivisione, dalle vicende dello storico locale Village Vanguard a New York all’esperienza delle bande che ancora resistono nelle realtà locali italiane. Lovano Supreme emerge così come uno dei film meno cupi di Franco Maresco, si direbbe quasi lanciare un messaggio di speranza, grazie alla forza divina della musica che si specchia nella religiosità cattolica che infiamma ancora i cuori del Sud. (Lucrezia Ercolani)
Franco Maresco (Palermo, 1958) giovanissimo comincia a lavorare come vignettista satirico e autore di trasmissioni radiofoniche. Nel 1980 è uno degli organizzatori del cineclub Nuovo Brancaccio, attivo in una delle zone a più alta densità mafiosa della città. Nel 1986 incontra Daniele Ciprì e, dopo le prime sperimentazioni video apparse sull’emittente palermitana TVM, nel 1989 creano CINICO TV, uno dei programmi più rivoluzionari e dissacranti nella storia della televisione italiana. Negli anni Novanta la coppia realizza due lungometraggi che, per la loro carica innovativa e la feroce visione del mondo, restano ancora oggi un’esperienza unica nel panorama del cinema contemporaneo italiano: Lo zio di Brooklyn (1995) e Totò che visse due volte (1998). Seguono Il ritorno di Cagliostro (2003) e il documentario Come inguaiammo il cinema italiano, la vera storia di Franco e Ciccio (2005), entrambi presentati alla Mostra del cinema di Venezia. Maresco esordisce poi in solitaria nel 2010 con Io sono Tony Scott. Ovvero, come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz, presentato al Festival del cinema di Locarno. Nel 2014 mette in scena, per il teatro Stabile Biondo di Palermo, Lucio, scritto dall’amico di una vita Franco Scaldati, scomparso l’anno precedente. Alla vita e all’opera del drammaturgo è dedicato anche il documentario Gli uomini di questa città io non li conosco (2015). Nel 2014 il film Belluscone. Una storia siciliana si aggiudica il Premio Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia, dove, nel 2019, La mafia non è più quella di una volta vince il Premio speciale della giuria.