Sabato 25 novembre
CINETECA MILANO ARLECCHINO
ore 19.30
Francia, 2023
4K, colori, b/n, 98’
V.O. Francese
REGIA
Paul B. Preciado
SCENEGGIATURA
Paul B. Preciado
FOTOGRAFIA
Victor Zebo
MONTAGGIO
Yotam Ben David
SUONO
Arno Ledoux
INTERPRETI
Oscar-Roza Miller
Janis Sahraoui
Liz Christin
Elios Levy
Victor Marzouk
Paul B. Preciado
Kori Ceballos
Vanasay Khamphommala
Ruben Rizza
MUSICHE
Clara Deshayes
PRODUZIONE
Les Films du Poisson
24images
ARTE France
PRODUTTORI
Yaël Fogiel
Laetitia Gonzalez
Annie Ohayon-Dekel
Farid Rezkhallah
CONTATTI
fandango@fandango.it
Una collettività prende la parola, si presenta alla telecamera, condivide un vissuto. Ogni persona che ne fa parte è una diversa declinazione di “Orlando”, il personaggio al centro dell’omonimo romanzo di Virginia Woolf che fa esperienza del cambiamento di sesso, da uomo a donna, nel corso di un lungo sonno. Per questa comunità trans la metamorfosi di sé è stata ben più complessa e sofferta, lo stigma continua ad essere forte e gli ostacoli molti. È sull’accettazione del divenire, della trasformazione nel tempo - una delle poste in gioco filosofiche fondamentali della teoria queer - che le nostre società sembrano ancora avere forti resistenze. Paul B. Preciado, nel suo esordio alla regia, pone la propria storia personale - da giovane Beatriz, cresciuta in una zona remota della Spagna, alla prima assunzione degli ormoni a New York fino alla scelta del nome Paul - accanto alle altre. Ha d’altronde raccontato che Orlando, ma biographie politique nasce da una proposta di Arte, rifiutata, di realizzare un film su di sé. In questo collettivo ci sono persone di tutte le età, dai bambini agli anziani, che cercano se stesse intrecciando spesso e volentieri ironia e rivendicazione. “You might be synthetic but you’re not apologetic, you’re not the doctor’s bitch” è il ritornello della canzone creata da Preciado per riassumere la lotta contro la psichiatrizzazione del vissuto trans, subito oltre vi è la critica alla psicoanalisi, da Freud a Lacan, che ha voluto ingabbiare la sessualità con spiegazioni che suonano inevitabilmente come condanne. Ma la lotta per l’autodeterminazione ha anch’essa una storia – nella seconda parte del film fanno capolino infuocati materiali d’archivio – così come ogni individuo ne ha una, da rispettare, fare propria e raccontare nel presente. (Lucrezia Ercolani)
Paul B. Preciado (Burgos, Spagna, 1970) è una delle figure di spicco nello studio delle politiche di genere e del corpo. Nel ruolo di curatore ha lavorato a documenta 14 (Kassel/Atene), al Padiglione Taiwanese della 58a Biennale di Venezia nel 2019 e al Museo di arte contemporanea di Barcellona (Macba). I suoi libri – da Manifesto controsessuale (2000) a Dysphoria mundi (2022) – sono opere di riferimento nel pensiero e nell’attivismo contemporaneo queer, trans e non binario. Orlando, ma biographie politique è il suo primo film.