giovedì 23 novembre
ARCOBALENO FILM CENTER
Sala 2, ore 19.30
alla presenza dell'autore
prima italiana
Svizzera 2023,
4K, colore, 19'
V.O. Arabo
REGIA
Francesco Pereira
SCENEGGIATURA
Francesco Pereira
FOTOGRAFIA
Noel Saavedra
MONTAGGIO
Luca Huser
SUONO
Davide Londero
MUSICHE
Enea Di Salvo
Tarba Abeibu
PRODUZIONE
CISA-Coservatorio
Internazionale di Scienze Audiovisive
EFA- Escuela de Formaciòn Audiovisual
Abidin Kaid Saleh
PRODUTTORI
Marco Poloni
Tiba Chagaf
CONTATTI
Il Sahara occidentale è quella striscia di terra una volta colonia della Spagna, occupata illegalmente dal Marocco dopo la partenza degli spagnoli, dove il popolo Sarahawi oppresso dal 1975 aspetta ancora di votare il referendum per l'autodeterminazione stabilito da una risoluzione Onu. Di loro una parte abita nei campi profughi nel deserto algerino, un'altra vive nei Territori Occupati nel lato marocchino tra isolamento, condizioni climatiche insopportabili, repressione, censura, arresti e una costante violazione dei diritti umani. I due gruppi sono separati anche fisicamente dal muro che il Marocco ha iniziato a costruire nel 1980 fortificandolo con bunker e mine. È una guerra – gli scontri sono ripresi nel 2020 dopo un tentativo di colloqui di pace che il Marocco continua a negare. Ma come raccontare questa realtà oggi? Il film prova a spostare il punto di vista su una dimensione quotidiana, che ha in sé degli istanti di gioia e che nella sua dimensione rituale racchiude in sé la narrazione di un popolo oppresso, perseguitato, cacciato dalla sua terra. È dunque la cerimonia del tè che il regista filma restituendo quel sentimento di ospitalità e di condivisione che unisce passato e presente, in una “jaima” – la tenda tradizionale dei Sarahawi – una donna offre tre tipi di infusi: il primo è amaro come la vita, il secondo è dolce come l'amore, il terzo ha il sapore della morte. Ognuno rimanda a una possibile storia, è voce e segno di una memoria che sfida la cancellazione facendosi segno di resistenza nel tempo. (Cristina Piccino)
Francesco Pereira (Madrid, 2000), papà spagnolo e mamma italiana, si è trasferito con la famiglia in Svizzera quando aveva dieci anni. A quattordici anni ha realizzato un cortometraggio che è stato presentato allo Schweizer Jugendfilmtage, continuando da allora a esplorare il cinema. Attualmente si sta diplomando in regia al Cisa di Locarno. Jaima è il suo primo film.