Una comune sull’isola di Vormsi, in Estonia, la natura selvaggia della Finlandia, un concerto Black Metal in un club norvegese. Occasioni di sperimentazione personale e sociale, di ricerca e smarrimento del sé, unite nel configurare situazioni in cui possa manifestarsi quello che potremmo definire un principio utopico, che insiste sempre sul «qui e ora» eppure sfugge alla propria determinazione. Fin dal suo gesto circolare inaugurale, A Spell to Ward Off the Darkness sembra teso a intercettare forze primigenie e invisibili, in un incantesimo volto a congiungere luoghi e situazioni, ipotesi di esistenza e utopie concrete, punti di convergenza tra individuo e collettivo, umano e natura, esperienza corporea e spirituale. Non si tratta di un percorso a tappe, magari iniziatico, quanto di raggiungere soglie: è nella possibilità sincronica dei modi d’esistenza presentati che la triangolazione del film appare compiuta. Ogni sezione è autonoma e al tempo stesso trova il proprio senso nell’immanenza che la lega alle altre due.

Note biografiche

Ben Rivers (Somerset, 1972), vive e lavora a Londra. Laureato in Belle Arti alla Falmouth School of Art nel 1993, dal 1996 al 2006 è prima curatore poi direttore della Brighton Cinemateque. Dal 2003 realizza cortometraggi e installazioni, tra cui This Is My Land (2006), Ah! Liberty (2008) e Slow Action (2010). Nel 2011, con il suo primo lungometraggio, Two Years at Sea, vince il premio Fipresci al Festival di Venezia.

Ben Russell (San Juan Capistrano, 1976), regista sperimentale e artista visivo, dal 2000 porta avanti la serie di corti denominati "Trypps" che gli hanno valso riconoscimenti internazionali e l'attenzione della critica. Nel 2009 ha realizzato in Suriname il suo primo lungometraggioLet Each One Go Where He May. Dopo essere stato docente presso l'University of Illinois di Chicago, ora vive e lavora a Parigi.