Due romanzi italiani mettono al centro la questione della violenza innescata dalle guerre. Ambientati in scenari internazionali, diversi per stile e strategie narrative, si adattano entrambi a una trasposizione filmica che, proprio oggi, potrebbe incontrare grande interesse.

In La buona condotta (Crocetti), la scrittrice italo-bosniaca Elvira Mujcic si concentra su un paese a maggioranza serba del Kosovo, dove viene eletto un sindaco che ha promesso di adoperarsi per tutti i cittadini. L’esito ottenuto con pochissimi voti infuria i nazionalisti che fanno arrivare da Belgrado un secondo sindaco appena uscito dal carcere e accolto come un eroe di guerra. La storia, composta in un crescendo di tensione e colpi di scena, presenta la piccola realtà conflittuale attraverso un vivace “cast” di personaggi grazie ai quali si percepisce la facilità con cui le persone comuni sono travolte dalle dinamiche della violenza. La scelta di un registro tragicomico - e non tragico - rende l’approccio di Mujcic ancora più originale e aperto.

In uno dei suoi romanzi più apprezzati, Il demone a Beslan (Bollati Boringhieri), Andrea Tarabbia reinventa con grande libertà immaginativa, a tratti visionaria, gli accadimenti della strage di Beslan del 2004. Richiamandosi apertamente a I Demoni di Dostoevskij, Tarabbia mette in scena un’interrogarsi sul male e sulla violenza che oltrepassa il fatto storico senza tradirlo. Come si diventa terroristi che massacrano bambini? Come si vive nel terrore sequestrati in una scuola?Anche qui il racconto polifonico e multi-prospettico invita registi e sceneggiatori a cimentarsi con scelte narrative più complesse rispetto a una storia guidata da un singolo protagonista. Ma non è proprio questo ciò che appassiona in molte serie e, sempre più spesso, anche nei lungometraggi? (Helena Janeczek)

Helena Janeczek, poetessa e scrittrice è nata a Monaco di Baviera da una famiglia ebrea di origine polacca e vive in Italia dagli inizi degli anni Ottanta. Ha esordito con la raccolta di poesie in lingua tedesca, Ins Freie (1989) mentre il suo primo romanzo, Lezioni di tenebra (1997), con cui ha vinto il Premio Bagutta all'opera prima, è stato scritto in italiano come i successivi. Consulente di narrativa straniera per Adelphi e Mondadori, ha collaborato con diverse testate e riviste, tra cui  “Nuovi Argomenti”e “Nazione Indiana”.